A parte che è una vita che non scrivo una specie di classifica.
A parte che non leggo un libro di Hornby da troppo tempo.
E poi comunque io a ste definizioni moderne tipo “prog” non le capisco mai bene del tutto fino in fondo, già pe raccapezzamme co “indie” c’ho messo i miei tempi.
La musica è un argomento complesso da trattare.
E’ molto più personale del fatto, ad esempio, che ho il ciclo decisamente poco abbondante.
Ne ascoltavo di meglio da ragazzina, ero più aggiornata, mi sparavo emtivì di continuo e masterizzavo anche l’animadelimejo. Comunque sia se non ho il lettore emmepitrè mi sento abbastanza male. Poi però non c’ho mai voglia di cambiare i file dentro e arrivo ad ascoltare le stesse cose per mesi e mesi.
Quando mi capita (ma quando mi capita?) che mi chiedano quale sia la mia canzone preferita rispondo sempre, per pigrizia, Don’t speak dei No Doubt. In effetti è una canzone che mi piace tanto ma non credo che sia la mia preferita, diciamo che è una risposta preconfezionata che accontenta un po’ grandi e piccini, rocchettari e cafonari.
Ma poi, preferita de che? Preferita se sto al quarto gin lemon, me fanno male i piedi per i tacchi e sto con le amiche allora è L’amour toujours. Preferita se mi voglio tagliare le vene per lungo e largo e dietro le ginocchia come il poro Seneca, probabilmente è Replay di Bersani.
Insomma, la musica è una roba complessa, cambia con l’età e coi periodi e coi ricordi che ci si associano.
E’ per questo che lentamente sono arrivata a comprendere quale sia il genere di canzone che mi piace tanto, quello che non citerei mai tra i miei preferitissimi ma quando passa nella riproduzione casuale del lettore non salto mai. Nzomma quella singassong che è sempre il momento buono per ascoltarla.
E quindi ecco le cinque canzoni tipiche del genere che piace tanto a me:
5. Jaqueline – Franz Ferdinand
4. Love Long Distance – The Gossip
3. Bugiardo – Tre allegri ragazzi morti
2. Lonely Boy – The Black Keys
E prima tra tutte una canzone che adoro, seguito della splendida Andate tutti affanculo ben più famosa, dalla melodia fricchettona e ondeggiante, ste schitarrate da scampagnata con la parrocchia, il coro da concerto mbriacone, e dal testo ricco in perle di saggezza.
1. Atto secondo – Zen Circus
Anche per me l’emmepitrè è irrinunciabile. Peccato solo che ora su MTV ci sia di tutto, tranne che musica!
Però la sigla di 16Anni e Incinta Italia è molto carina, non trovi?
There is a light that never goes out, The Smiths: http://www.youtube.com/watch?v=INgXzChwipY
Breathe me, Sia: http://www.youtube.com/watch?v=hSH7fblcGWM
This mess we are in, PJ Harvey and Thom Yorke: http://www.youtube.com/watch?v=99k8w65v3_I
Hate the taste, Black Rebel Motorcycle Club: http://www.youtube.com/watch?v=QZUXPQqMlyc
Ed io tra di voi, versione di Franco Battiato: http://www.youtube.com/watch?v=PEfx7QFjWPo
There is a light that never goes out, The Smiths
Breathe me, Sia
This mess we are in, PJ Harvey and Thom Yorke
Hate the taste, Black Rebel Motorcycle Club
Ed io tra di voi, versione di Franco Battiato
Avevo scritto un commento con i link alle canzoni, ma il tuo blog merdosetto me l’ha respinto.
E quindi il mio blog è merdosetto.
Ti consiglio quindi di seguire il Twitter della Soncini, poi ci riaggiorniamo sul tema “merdosetty”.
Nota di merito a The Smiths e, soprattutto, a Battiato.
Ah Bersani… Un giorno ci si ricorderà di lui anche come un ottimo cantautore, oltre che come buon ministro dello Sviluppo economico e – ahimé – autore del disastro delle politiche 2013.
Nel mio cuore sarà sempre il produttore di “Lo smacchiamo”, hit imperdibile del coro delle casalinghe de Sambucetole.
E dire che in America c’hanno Jay Z.