A LITTLE PARTY NEVER KILLED NOBODY – CHIRURGIA PLASTICA CAPITOLO 2

See your iPhone camera flashin’
Please step back, it’s my style you’re crampin’
“You here for long?” Oh no, I’m just passin’
“Do you wanna drink?” No, thanks for askin’
Jax Jones ft. Raye – You don’t know me 

Some people live for the fortune, io vivo per le mie tette. Almeno questo mese. E almeno per quelli a venire in cui mi troverò ad affrontare il conto in banca ingrugnito e scontroso. Chissà come si divertirà il mio dottore a forma di Fortundrago alle Seiscel.
Alla fine ho scelto, mi opererà Fortundrago e la sua echip, starò sotto i ferri dalle 4 alle 6 ore e, se ne uscirò viva, avrò il seno più piccolo, più alto, più stagliuzzato e soprattutto più leggero.
Ci sono voluti anni per decidermi, poi una volta fatto nel giro di un mese ho fissato tutto, soprattutto il soffitto di notte nel terrore più assoluto di morire.
Nzomma esattamente tra una settimana sarà la vigilia della mia operazione di chirurgia plastica, sembro quasi figa quando la butto così, come una soubrettina qualunque.
Ma la verità è che c’è stato un momento in cui le mie gemellone sono passate dall’essere due gran belle tette a due grosse mammelle. E’ stato inaccettabile.
Ho annunciato la cosa a parenti e amici, ho visto teste scuotersi in senso di disperazione  o disapprovazione, ho visto Professò con le lacrime agli occhi chiedermi perché volessi fare una cosa del genere, ho visto Primate preoccupato, ho sentito Genitrice scervellarsi su come fare a venire a Milano “così ti pulisco casa mentre stai male”, ho visto imbecilli che pensano in grande e ho visto un elefante [cit.].
Ma poi, soprattutto, ho visto le mie amiche, vecchie e nuove, organizzare quella che sembrava una qualsiasi cena con brindisi alla Wanda e alla Luisa e che si è trasformata in un evento con tanto di gadget, logo dedicato, immagine coordinata e abbigliamento a tema.

Ed è così che siamo partite, armata Brancamenta, alla volta di una burgheria vegana: io, AmicaUmbra, la tipa di Professò con la sua terza coppa B, Mutismo – una mia collega bona e completamente muta, Tunnel – esce a festeggiare per sentirsi la più triste del locale, Mun con le sue zinnette piccole ma sode sode, LaNoisette con la frezza celeste acqua, IngegnerBlondie – 37 e dimostrarne 25 con classe ed io.
Decidiamo che essendo venerdì dobbiamo andare a ballare come se fossimo giovani, ed è così che finiamo a tornare in taxi alle sei di mattina anche se non siamo sbronze, solo perché siamo grandi e ormai 40 carte di taxi non sono più un dramma, viva i lussi che arrivano con le prime rughe.
La meta del dopocena è una festa anni Novanta in un noto locale milanese. Arriviamo in scarpe da ginnastica, vestite più o meno come le BWitched, pantaloni di pelle, maglietta di Harvard e camicia a quadri del Primate, capelli in due codini, rossetto mattone, borsetta a tracolla, ginlemon nel fegato e Haddaway nelle orecchie. Inutile dire che io e AmicaUmbra sembravamo due tarantolate, divise tra cantare a squarciagola gli 883 e ballare facendo la mossa del lazo sulle canzoni dei Cartoons.
La cosa più interessante è stata osservare la fauna che popolava il locale, abbiamo tutti qualche anno in più dei Millennials, nessuna porta i tacchi perché siamo qui per divertirci e non per fare le splendide, sappiamo tutte le canzoni e non ci vergogniamo a cantarle ma soprattutto siamo uniti da un inspiegabile senso di fraternità, una nostalgia dei tempi che furono, quando ancora si andava a ballare di sabato perché il giorno dopo non c’erano né pranzi dai suoceri, né spese all’Esselunga, né cambi gomme dell’auto familiare.
Sui maxischermi passano i video di Gala, Backstreet Boys, Shania Twain e noi balliamo balliamo e balliamo. Siamo tutti mediamente bruttarelli ma anche spigliati, uno accanto a me è in giacca e barba, tiene in mano lo stesso ginlemon per tutta la sera e non balla mai, faccia contrita come stesse ascoltando Shostakovic. Un altro, a cui evidentemente piace proprio parecchio il negroni, fa il microfonista, canta tutti i testi, li interpreta con convinzione e trasporto, impugna il suo microfono di plastica forzutamente, non se ne perde una.
Peccato che il microfono fosse un grosso pene di gomma rosa.
Ti ricorderò per sempre microfonista, soprattutto quando ti sei messo sto coso in testa con un elastico, trasformandoti in un unicorno birichino. Avremmo potuto essere grandi amici se solo anche io fossi stata sbronza marcia. E invece.
Invece con l’età e con questi cinque chili in più, 3 bicchieri di vino e due ginlemon mi passano lisci come fosse acqua tipiedina alle terme.
Continuiamo a ballare, io, AmicaUmbra e IngegnerBlondie, intanto Mutismo sgambetta seria seria e Tunnel si angoscia e mi fa domande sui colleghi, sul lavoro, sulla vita. Io però ho deciso che nessuno intaccherà la mia voglia di ballare per l’ultima volta con le gemellone, continuo come se non mi facesse male nulla nelle mie scarpine da tennis ormai incollate al suolo lercio marcio di quelli che voglio credere siano Invisibile, Angelo Azzurro, B52 e tanti altri drink degli anni Novanta.
Un grande abbraccio collettivo sulle note di Come Mai, mentre dal soffitto pendono dei GameBoy di cartone e dei grossi grossi grossi Nokia3210.
Finisco un altro bicchiere e noto un belloccio che sarebbe perfetto per IngegnerBlondie, anche se a lei piacciono 27enni e palestrati. Ma nzomma a na certa bisogna anche tentare di uscire coi coetanei. Quindi entro in mentalità adulta e matura e gli tiro un cubetto di ghiaccio mentre i Vengaboys spaccano le casse. Questo, negli anni Novanta poteva solo voler dire “se vieni e mi chiedi come mi chiamo pomiciamo come se non ci fosse un domani”.
Nella mia granitica convinzione, quindi, lancio il cubetto incriminato e mi giro verso le amiche. Io, novella Natalia Aspesi delle serate coatte.
Così questo dopo un po’ si avvicina e parla con IngegnerBlondie. E tutti ci aspetteremmo che lui abbia colto la scusa almeno per offrirle da bere. E invece le fa la ramanzina sul fatto che il ghiaccio non si lancia. Invecchiando, rincoglionendo.

Facciamo chiusura, arriviamo ai Linkin Park e decidiamo che s’è fatta na certa. La nostra incursione nei tempi d’oro è finita e da domani si tornerà al cantautorato, i capelli abboccolati a dovere, il trucco ben fatto e le responsabilità.

Gli N*Sync, i Five, Britney e X-Tina hanno fatto da colonna sonora alla mia vita con le gemellone, è giusto che questo capitolo si concluda come è iniziato ai tempi del mio sviluppo in seconda media.

Addio reggiseni a paracadute, addio magliette accollate, addio costumi da bagno improbabili, addio alle misure WonderWoman, addio all’immagine di me che ho avuto per tutti questi anni.
Sto mettendo fine ad un’epoca, sono terrorizzata ed elettrizzata.

Qui mi scrivo la storia.

 

YOUNG & BEAUTIFUL – dopo cinque anni di blog ho svelato il mistero misterioso

Avvertenze: post a contenuto personale quindi per forza di cose un po’ pallosetto.

Questo blog sta per compiere cinque anni, è un po’ acciaccatello ma resiste aggrappato a me.
Io, per la cronaca, sto per compierne 19 anche quest’anno. La ventina s’avvicina e un po’ d’ansia è naturale, credo. “Non oso immaginare cosa sia compiere addirittura 30 anni, dev’essere terribile”.
Da cinque anni a questa parte sono cambiate davvero tantissime cose: Umbria, Europa, Roma, Milano. Università, lavoro, master, nuovo lavoro e poi ancora nuovo lavoro. Grandi certezze che sono state scordate ancor prima di avere il tempo di sgretolarsi. Capelli biondissimi e poi castani (vomito) e poi rossi e poi castani e poi biondi e poi superbiondi. Insomma la vita è cambiata e io con essa e per essa e soprattutto il blog è cambiato. L’elenco degli uomini non mi metto manco a farlo perché a) non me li ricordo tutti b) c’abbiamo tutti una vita a cui tornare dopo questo post c) stanno tutti scritti nel blog d) faccio prima a dirvi quante mutande mi sono cambiata.
Se c’è sempre stato un filo rosso che ha condotto gli avvenimenti della mia vita beh, quello è il pathos amoroso. Presunto, immaginato, reale, sofferto, superficiale, malato, strafigo, gonfiato e sgonfiato e poi vero.
Se il blog è tanto cambiato è anche perché l’amore è tanto cambiato e no, non è che non c’ho niente da raccontare, ma ho sempre voluto che questo fosse uno spazio dove farsi due risate – magari anche amare – e non quello in cui qualcuno viene qua a capire perché e per come e appena ho beccato un mezzopsicologo de sta ceppa l’ho fermato all’ingresso: a casa mia si gioca con le regole mie. Va da sé che è molto più facile farsi due risate sull’ennesima sfiga che descrivere cosa sia la vita di una persona in un rapporto complesso e delicato come quello di un matrimonio, è servito anche a me metterla giù a ridere per non dovermi disperare davanti all’ennesimo caso da Centro di Igiene Mentale che si infilava nelle mie lenzuola o nei miei sms (e poi ora il PD mi dà maggiori soddisfazioni). In cinque anni, sicuro come l’oro, sono cascata nella trappola della storia ollain e ne sono uscita ammaccatella e piena di aneddoti.
In questi cinque anni ci sono sempre state le mie amiche, quelle vecchie come MAU e AGB  e quelle nuove come AmicaUmbra e infine Mun. Le gioie e i dolori sono stati condivisi e sviscerati e festeggiati e vissuti appieno anche grazie a loro e alle loro storie sfigatissime o a lieto fine.
Proprio con AGB, quella che vive la vita in groppa a un cavallo molto simile al mio, parlavo di come sono cambiate nel giro di così poco tempo e di come quattro anni fa sembrano quattro secoli fa.

F: amica ti devo confessare una cosa….come tu sai io amo molto Primate, d’altronde…come non amarlo? davvero non mi manca nulla con lui ma ultimamente ho un po’ di nostalgia di …mmm …come spiegare… dello stare male per amore cioè lo so che è una cagata ce vole poco a di “stavo benissimo quando soffrivo” una volta che stai tranquillissima però non so, sai quella roba tipo le pene d’amore che ti senti le canzoni melense? ecco,una cosa così non mi identifico più in nessuna canzone d’amore sofferto

AGB: si anche io ci penso! secondo me a noi piace harmony, si, e poi nel tuo caso secondo me c’è anche il fattore matrimonio, insomma è mentalmente un bel cambiamento…ok a me spaventa che non tromberò mai più con nessun altro, l’ho detto, ecco

F: ah beh, sta cosa è assurda, tipo mai più primi baci, mai più appuntamenti al buio, cose così. E’veramente molto strano pensarci dopo che per anni e anni  abbiamo inseguito gente della peggior specie

AGB: però poi razionalmente mi accorgo che è una cagata, come se Goma che mi chiede di usare la nivea* sia qualcosa che può mancare. CAPISCI??? MAI PIù GOMA MAI PIù dovrebbe essere il motto della felicità!!!però ci hanno regalato delle grandi storie da raccontare, questo va detto, a volte non mi sento pronta a non avere nulla di nuovo da raccontare ecco…se poi una single mi chiede come va, mi rendo conto che mazzo, va proprio bene! cioè sono felice tutti i giorni!!! WOW

F: io lo vedo quando parlo con amiche come MAS poracce, che per loro è una chimera quello che abbiamo noi. C’è da dì che, mazzo, noi ce lo semo anche meritato dio santo (se non ci credete cliccate il tag “relazioni” e andate indietro nel tempo, n.d.a.)

AGB: si ma allo stesso tempo non gli rispondo perché sono sicura che non ci crederebbero, Frangia diciamolo, ai tempi avresti mai pensato di poter essere davvero FELICE? io no ma manco se me l’avessero giurato

F: anche io non lo dico, un po’ non voglio passare per la vecchia accasata e un po’ che mi pare brutto per loro, io ho sempre pensato che me sarei sposata con Lui accettando una quantità di compromessi inaccettabili soprattutto con me stessa, figurati. 

 AGB: e invece capita, ecco la vecchia accasata, io mi sento spesso cosi, è la definizione giusta, essere una vecchia accasata mi fa felice, ti rendi conto? però non lo voglio ammettere
F: ieri PerfettoCoglione mi chiedeva quand’è che sono passata da essere una persona in balia di qualcuno, appresso all’amore sbagliato a quella che sono ora. Ma come si risponde a una domanda così? boh, forse è stato Primate che ci ha messo un punto facendomi capire che le cose possono e DEVONO essere diverse, e che tutti quei casini erano cazzate fatte di niente, problemi grandissimi per sentimenti molto più piccoli
AGB: quello che ha cambiato tutto per me è stato capire che con Cervellovale è tutto facile: se voglio scrivergli gli scrivo e viceversa. Se vuole vedermi mi vede, e vuole vedermi sempre. Conviviamo ed è semplice. Se voglio stare con le amiche ci sto e non devo spiegarglielo. Se sono in un altro continente per lavoro lui mi aspetta a casa per sapere com’è andata e non c’è niente altro da spiegare, è bellissimo. 

L’amore è vero quando è semplice. Al cinema.
Ma la vera domanda è: può trasformarsi invece in qualcosa di complicato? cioè è semplice e bellissimo, tra 10anni? ANSIA

 E qui spataffioni su spataffioni relativi alla nostra paura di avere, tra decenni, mancanze di poesia nella nostra storia e il terrore di fare una cazzata del tipo “sai quei periodi in cui vuoi vedere la poesia anche in una merda di cane?”.
E ‘nzomma felici delle nostre massime, contente e soddisfatte della saggezza dell’età e delle nostre storie stabili e felici, del nostro armadio condiviso e del nostre dispense colme, cambiamo argomento.
Poi, all’improvviso, fulmine a ciel sereno, una gelida verità mi assale:
F: Ma mazzo AGB, ma mazzo! Anche noi…”l’amore è una cosa semplice” lo diceva anche Tiziano, ma cribbio, ma non ci siamo inventate nessuna teoria geniale mazzo! 

AGB: Avevamo la soluzione davanti e non l’abbiamo voluta sentire ,TIZIANO PERDONACI! 

Comunque io questo blog l’ho aperto il giorno dopo una sbornia colossale, per non pensarci e smettere di vomitare.
Quel vino di campagna non l’ho mai più toccato in vita mia visto che le conseguenze sono state “gente che ti cerca in un bosco mentre tu dormi e fai le bolle sotto al mucchio dei cappotti”.
Avere un blog è bellissimo, apritevene uno non per diventare un bloggherdestacippa ché tanto la Ferragni è sempre più fregna di voi, ma perché rileggendolo a distanza di anni magari vi capiterà di capire che smettere di tenere il passato nel proprio presente è uno dei modi migliori per costruirsi un futuro.
E scusate adesso ho detto una frase alla Baricco e, mi faccio un pat-pat sulla spalla e mi pulisco la mano da sola, limortaccimia. Il punto è che la verità è come i gatti: non la trovi mai quando avresti tanto bisogno di stringerla tra le braccia, tu stai lì rassegnato davanti a una tazza di latte scremato e cereali da cinque euro e arriva, ti posa una zampetta sulla gamba e pretende qualcosa da te, pretende che la guardi e reagisca.
Il blog arriva al suo primo lustro, auguri figlio mio, e io compio 20 anni.Berrò cosmopolitan, mi comprerò un bel paio di scarpe scomode, spettegolerò con le mie amiche, continuerò a pensare che chi sposa un uomo microfallico ha un qualche problema, mi godrò il mio essere fuori dal chetfaiting delle singollédis osservando così l’altra metà del cielo con più obiettività, andrò a farmi il ritocco dell’ultimo tono di biondo sperimentato in testa e che Raffaellamespicciacasa e, sì, imperterrita continuerò a fantasticare su Pistorius cercando di non pensare ai suoi ultimi trascorsi nelle pagine di cronaca.
Insomma, tutto è rimasto com’è perché tutto è cambiato.
E infatti il Gattopardo m’ha sempre fatto due palle come una casa e non smette di certo adesso.
*Goma, pescion fruit di AGB  che se ne uscì con una poesia composta all’incirca da questi versi “metto la nivea sul comodino così possiamo giocare un po’ ” e volgarità di pari rango

INCREDIBILE ROMANTICA

Due sono i grandi temi di cui penso sempre che un giorno parlerò e poi invece non lo faccio mai: la MalBal, la ex del Primate, e Feisbuc e tutta la annessa tecnologia dei tempi moderni, il mio rapporto con questi argomenti, disamina, svolgimento, somme tirate e napalm.
Oggi, fatalità, ne parlerò contemporaneamente, perché la vita ci aiuta a sognare e poi la realtà ci fa capire che siamo molto poco fantasiosi.
Per dire: io ho sognato – anni fa – che mi facevo Mattew Bellamy nel bagno di un discopub abusivo di una frazione del mio paese. Ma mica mi immaginavo a cosa sarei andata incontro ieri sera sbirciando il mio cellulare figo abbastanza nuovo di pacca e omaggio del Primate.

In pratica niente, c’ho sto telefonone su cui arrivano notifiche, email, tutticosi come succede a chiunque si sia arreso ad essere rintracciabile in tutti i luoghi e in tutti i laghi.
E questo è un fatto.
L’altro fatto è che il Primate ha una ex che non vede e non sente da anni, brutta e cattiva com’è d’uopo, che non si capisce come sia possibile, ha trovato un altro uomo che se l’è caricata. D’altra parte c’è chi è nato per essere bello e chi è nato per soffrire, Darwin non è il primo cretino che passa.
Il terzo ed ultimo fatto che va a comporre il quadro sinottico della disgrazia di ieri è la manifestazione di Gugolplas. G+ è la classica cosa che tutti hanno sentito nominare ma nessuno ha veramente capito che cosa sia o come funzioni, tutti ce l’hanno e nessuno lo usa, un po’ come Linchedin e il praimer per labbra.
Quindi, morale della favola, ieri sera tornando da una cena accendo lo schermo del telefono e vedo una mail: Il fidanzato di MalBal ti ha aggiunto alle sue cerchie di Gugolplas.
Ora, io e lei non siamo amiche (posso ride?), lui in teoria non dovrebbe sapere della mia esistenza e del mio nome, io so del suo perché sono umbra, l’Umbria chiama il tartufo, il tartufo chiama il cane da, il cane chiama il segugio, quindi io sono una stolcher.
Quindi chiamo in causa il mio comitato di consigliere sulla faccenda: Mun, ex amica della MalBal ormai convertita al lato biondo della forza, e la sempre fedelissima AmicaUmbra.
Chiedo loro come sia possibile che sto tizio arrivi a me, come possa arrivare al mio indirizzo nomecognome@ , che minchia vuole e simili.
AmicaUmbra ovviamente rimane sconvolta e mi dice cose come “…strane coincidenze…”, Mun, chiaramente fa l’espertona di social e comincia a dirmi che sono io che penso male che blablabla.
Fatto sta che le chiacchiere stanno a zero e la realtà dice che il fidanzato della ex di mio marito mi ha messo nelle sue cerchie. Ma magari mori.
Insomma io la prendo con molta filosofia, grande eleganza, savoir vivre e bon ton come sempre: amiche, che mazzo faccio? lo cancello? sì dai, lo blocco. Oddio no, dai, lo tengo così spettegoliamo!
Mun, placida: ma toglilo, io  di quei due meno so e meglio sto, sti due stronzi…anzi, me li devo anche incontrare a una festa di una carissima amica comune che palle…non c’ho manco voglia di scambiarci due parole di cortesia.
A questa frase mi scatta il colpo di genio e consiglio di sfoggiare alla festa  un autfit composto da bella maglietta con stampata su la foto del mio matrimonio.
Poi proseguo la conversazione con AmicaUmbra:
certo che è una cosa strana…
– eh, sì. Io sarò anche paranoica ma certo che…boh…
ma tu pensi che sia lei?
– ma no dai, te pare? dici che è una stolcher come me?
– ...non saprei…certo la cosa non le può essere indifferente…guarda noi…
– ho capito guarda noi, ma insomma, io c’ho pure il suo indirizzo e il suo numero di casa, pensavo di essere io quella matta…
ahahah…davvero?
– sì guarda, anzi mo la chiamo, te lo immagini?

Pronto, ciao, sono Frangia, piacere tuo…volevo dirti che il tuo ragazzo mi ha aggiunto su un social, gentilmente puoi dirgli che sono sposata? Grazie.

SE TI FAI POCHE DOMANDE AVRAI TUTTE LE RISPOSTE [cit.]

Nzomma alla fine mi sono sposata.
A Luglio.
E non ho più scritto niente qui.
Per farla breve: lacca, lacrime, lacca, ombretto, lacca, orchidee, lacca, Primate bellissimo in demi-tight, lacca, amiche in gran spolvero, lacca, piangere a fontana, lacca, riso, lacca, ravioli e tartufo e spinaci e merlot e buffè di dolci, lacca, sbornia assoluta, lacca, danza sfrenata, lacca. La mattina dopo lacca, piscina, lacca.  Per farvi capire de che stamo a parlà:
gaga wedding

In sintesi, ne parlavo ieri con MIO MARITO, il matrimonio è una gran bella festa, ma davvero bella. Poi stare insieme è un altro paio di maniche. Per quanto mi riguarda, festone della madonna con balli e balletti olnailò, #unvodkalemonperlasposa che è stato l’hashtag più usato tra il 20 e il 21 luglio nella bassa Umbria, finalmente una grande rimpatriata dei migliori amici della mia vita tutti insieme da ogni parte del mondo  a parte, credo che ne sia valsa la pena solo per vedere questo sguardo qui rivolto a me:

primate sguardo

Ma non sono qui per parlare di cose mielose o di feste invidiabili e invidiate, bensì per narrare di una di quelle faccende molto ganze che accadono quando meno te lo aspetti e quindi indossi delle scarpe di merda (nel mio caso, sempre della Geox).
Fatto sta che torno un finesettimana in Umbria senza Primate, vado a trovare la mia genitrice e quel mito de mi nonna, mi programmo un paio di appuntamenti con le amiche di sempre: MAS e Tatta.
La prima sera esco con Tatta e purtroppo proprio non posso svelare quei pettegolezzi che tanto vorrei, sennò ce scappa il morto. Ma la seconda sera esco con MAS, decidiamo di farci una cena nell’unica città del posto, in centro, e bere una cosa in giro.
Morale della favola andiamo in questo ristorante che fa capire a cosa serva l’Umbria nel mondo: magnà come Dior comanda.
Chiaramente essendo partita di corsa e con un bagaglio minimo, senza aspettative di uscita, mi ero portata da Milano un paio di ginz, una giacchetta di merda e nessun paio di scarpe eccetto quelle con cui viaggiavo: dei mocassini di pelle color panna. Molto belli per andare in ufficio. E infatti stavo in un ristorante sciccoso del centro. In Umbria, vabbè, ma sempre ristorante sciccoso del centro.
Ma nzomma, sticavoli, io me so sposata, io da sto posto sono scappata, io non volevo avere l’obbligo morale di mettermi in tiro per non essere a disagio, io questo obbligo me lo impongo quando mi gira ma poi chi vuoi che ci sia in giro..
Ecco, le ultime parole famose: pareva Ibiza al quindici di agosto.
Una roba impressionante, gente accalcata ovunque, io robe così veramente mai viste a Roma o Milano. Tipo che a confronto Trastevere il sabato sera è depopolato.
Vabbè, noi dopo mesi che non ci vediamo con calma riusciamo a raccontarci tante cose. E il quarantenne in crisi di MAS, e le vite come cambiano dai 25 ai 30 anni e poi pettegolezzi a nastro. Facciamo quindi quattro passi in mezzo a questa calca ben vestita del sabato sera, incrociando facce conosciute del liceo, alcuni amici di MAS che salutiamo al volo e via….libere nel mondo come due consapevoli giovani donne.
Ridenno e scherzanno chi scorgo tra la folla? Il Bel Sottomesso!
Devo obbligatoriamente fare una digressione un po’ lunga: il Bel Sottomesso, come dice il nome è bello e è stato anche parecchio sottomesso a me medesima. Lo conobbi per caso uscendo da un locale appena tornata in Umbria dopo la laurea. Io ero così: magra, raggiante, convinta di me, leggermente sull’orlo della depressione, sempre coi tacchi, abbronzata, arguta e maledettamente 23enne. Non posso certo biasimarlo per aver avuto un colpo di fulmine intravedendomi mentre un suo amico ci provava con me. Lui era un 28enne simpatico, timido, degli occhi molto espressivi, un po’ all’ingiù e molto scuri ed espressivi canile style, poco scolarizzato ma per niente ignorante, mite, arguto e con degli addominali che avrebbero comunque giustificato qualunque cosa.
Mi aveva soprannominato “la variabile impazzita”, un nomignolo molto tenero, a significare che mi avrebbe scambiato per una scemetta del paese invece, guardandomi meglio, ero me. Cominciammo a frequentarci e io mi affezionai, lui invece si innamorò. Ci furono varie fasi: ” io ti amo, tu mi ami?” “un po’”, “mamma ti ha invitato a cena, fa i piccionacci arrosto, vieni?” ” a parte che sono vegetariana, ma comunque manco morta” fino alla finalissima “Frangia io con te non voglio litigare, tanto tu vinci sempre!” “Ok, Bel Sottomesso, direi che la piantiamo qui”.
Nel frattempo avevamo presentato e fatto iniziare una storia seria tra MAS e un suo amico che a sua volta aveva presentato al neomollato Bel Sottomesso la sua amica Nana.

A ripensarci mi sento un po’ stronza, anche perché l’ho perdonato subito per l’infamata che mi ha fatto appena ci siamo mollati e ha iniziato a uscire con la Nana: aveva appuntamento con lei ma è corso sotto casa mia a dichiararmi il suo amore, poi è andato in ritardo da lei dicendo che l’avevo chiamato io. Che poraccio. L’ho perdonato come si perdonano i bambini che fanno i dispetti: ti arrabbi e ti urti, ma poi li perdoni subito perché la verità è che sei superiore.

Nzomma niente, passeggiamo e io lo scorgo accanto a me a chiacchierare con due tizi in piedi in piazzetta. Istintivamente, con lo slancio di chi ha visto un vecchio amico, gli do una bella pacca sulla spalla:

– Oi ciao!
– Ooohhh ma ciaaaaoooo (fa lui a braccia conserte)
– Insomma come stai? (non mi avvicino)
– Bene dai…(e mi da i classici due bacetti alle guance)… ho saputo che hai fatto il grande passo!
– Ah, ammazza, le voci corrono! Ebbene sì…(mostrando la fede) e chi te l’ha detto?
– Eh, chi me l’ha detto…me l’hanno detto…
Entra MAS  a gamba tesa: – E vabbè via, noi andiamo mo…
– Insomma che mi racconti, tutto bene?
– Ma sì dai…tu ora dove vivi? Non stai qui vero?
– Eh no, sto a Milano…
– Beh, certo!
E ancora palla a MAS: – Vabbè dai, mo andiamo…
– E un attimo che sto salutando! Tu invece tutto ok il lavoro?
– Sì sì..e tu?
– Sì tutto ok …madonna quanto tempo è che non ci vediamo!
– Eh…saranno, quanti? 3 anni…
– Veramente credo sei…io stavo qui nel 2007…
– Eh…(faccia da mente locale) eh sì!
E ancora MAS che incalza: – Vabbè dai senti andiamo…
Io a quel punto anche un po’ urtata chiudo questa conversazione di cortesia che sarà comunque durata non più di un minuto e mezzo.
– Vabbè, mi ha fatto piacere, alla prossima e buona serata!
– Anche per me, ciao via, ciao!

Riprendiamo il passeggio e mi giro verso MAS un po’ stupita: ma insomma ma che era sta fretta? stavo a salutà, calma un attimo, che t’ha fatto sto poraccio?Un minuto signore mio…sei stata anche sgarbata.
E MAS  mi illumina: ma possibile che non ti sei resa conto? non hai visto che succedeva dietro di te? fra un po’ ce menavano!
Faccio mente locale e mi rendo conto che con la coda dell’occhio avevo registrato un movimento sospetto alle spalle di Bel Sottomesso, una sorta di gruppetto che dalla posizione circolare passa a quella della falange da combattimento con una donna particolarmente bassa al centro.
Morale della favola quella è la rediviva Nana, la mia copia venuta male con cui Bel Sottomesso aveva cominciato a uscire all’epoca e con cui sta ancora insieme. Lei, l’unica donna al mondo che vede in me il demonio personificato. Anche perché non mette mai i tacchi e lui è un feticista (aveva una fotogallery delle mie scarpe immortalate di nascosto dai suoi amici nel cellulare)…purtroppo per essere proprio tutto cinematografico non avrei dovuto indossare i mocassini Geox, mannaggia a me.
E io tutta entusiasta della vita [cit.] non mi ero accorta di nulla, salutavo, elargivo sorrisi e spontanea ammirazione, affetto a palate gratis. E quella dietro che affilava le lame e disponeva quelle quattro amiche a testuggine.
Mi metto a ridere, ride anche MAS.
In contemporanea ridiamo e riflettiamo che non c’ha messo manco mezzo secondo a dirmi che sapeva del mio matrimonio, cioè, s’è ricacato la notizia subito, manco un  “come stai?ho saputo che..” No, bello deciso, coglie il punto della notizia che l’ha colpito e affondato direttamente. Aiutatemi a dire “sei un grosso poraccio”.
Poi la risata si trasforma in un amaro sorriso pieno di consapevolezza: rifacendo dopo anni un’uscita tipica dei nostri vent’anni abbiamo ritrovato le stesse persone, nella stessa via, con lo stesso Negroni in mano, maschi che parlano coi maschi, femmine che parlano con le femmine. Bel Sottomesso lì, coi suoi soliti occhiali né belli né brutti, la sua polo, i suoi ginz, il suo culo galattico, il suo drink, i suoi occhi belli eh, ma da cane bastonato che mi fanno veramente venire voglia di prendere un bastone e daje più forte una volta per tutte.
Insomma, c’avremo anche i nostri bei problemucci mentali da risolvere, ma tiriamo un sospiro di sollievo perchè l’abbiamo scampata bella.

Grazie ad Altissimo per il video e a AmicaUmbra per le immagini

L’ADDIO AL NUBILATO E’ UNO SOLO, NON SPRECATELO

Girls they just wanna have some fun 
Get fired up like smokin’ gun 
On the floor til the daylight comes 
Girls they just wanna have some fun
(Madonna – Girl gone  wild)

A distanza di tanto tempo è abbastanza complicato descrivere che megafigata sia stato il mio addio al nubilato, procederò quindi per scene (scopiazzando la tecnica e l’idea da un libro letto recentemente):

Scena di me impanicata facendo il bagaglio secondo le nebulosissime indicazioni di AmicaUmbra.
Scena di me che scendo con uno stile marinaretto e vedo la C3 turchese metallizzato di AmicaUmbra sotto casa con una scritta zebrata sulla fiancata e sul finestrino con tanto di frecce.
Scena di me a dumila.
Scena di me che penso che andremo alle terme sul lago di Garda e mi prendo male.
Scena di me esaltata per ogni cosa.
Scena di me che penso che andremo a Riccione.
Foto con la CocaCola con scritto “Vamp”.
Scena di me che capisco che non andremo sul Garda (me felice).
Scena di me all’arrivo della pensione sul mare a Cervia.
Scena di me in costume con la cellulite a vista.
Scena di me a dumila per l’arrivo di altre amiche.
Scena di me che faccio il bagno con le amiche.
Scena di noi che usciamo dal mare camminando contro i cavalloni coi capelli bagnati d’acqua salata, la pelle baciata dal sole, i costumi umidi appiccicati alle procaci forme. Nzomma, scena di noi che sembriamo le Amazzoni – Extreme Diet Edition.
Scena di Mun col suo costumino a bandiera americana e di me che continuo a toccacciare le tette di AGB perchè sono le più belle che io abbia visto dal vivo e vere.
Scena di noi impazzite che ci vestiamo e pettiniamo e ci proviamo tutto e ci trucchiamo tantissimo.
Scena di noi in pizzeria con le amiche che mi danno i regali più belli del mondo tra cui: un album con la selezione delle nostre foto più imbarazzanti e/o belle, foto delle marachelle, foto che nessuno vedrà mai; un contratto in cui si giura e si firma che quello che happens in Cervia stay in Cervia, regali da casalinga fescion.
Scene di noi che ci facciamo ciupiti di vodka alla menta e cerchiamo le 8 differenze col Listerin.
Scena di me che vado sui miei tacchi a spillo dal barista e dico “scusa mi allunghi il cocktail gentilmente…così è imbevibile” e vedo la tipa che fa al barista “senti il cocktail della signorina è imbevibile”.
Scena di donne in spiaggia che si confessano, dormono, spremono i peli incarniti, smessaggiano, spettegolano.
Scena di paura e delirio a Las Vegas (noi che scegliamo i nostri outfit).
Scena di un pulmino bianco che arriva a caricare questa macchinata di vulva allo stato puro che siamo noi dopo due ore di trucco parrucco e moooolto tacco.

tacchi

spilla Scena di tutte che tirano fuori un pacchettino: spilla fuxia  con scritto BIONDA SUPREMA (sul mio) e VORREI TANTO ESSERE BIONDA  (sulle loro).

Scena delle scene: l’arrivo del buchè. Semplicemente ineguagliabile. Merita un post apposito e molte richieste. 

Scena del pulmino di vulva che ci scarica giusto davanti davanti al Papeete Beach.
Scena dell’arrivo di Tatta che ci raggiunge al Papeete e di noi che entriamo come principesse in tubini e tacchi che Cheit Middelton in confronto è na buzzicona de TorMarancia in questo posto pieno de grezzi ma così grezzi ma così grezzi.
Scena di me che poso col mio buché in tutte le foto del mondo (sarò sicuramente nelle foto degli addii al celibato dei vostri amici, ma non lo saprete mai).

culi
Scena di diciottenni strafatte che ballano in tanga, scena di palestrati coatti, scena di addii al nubilato molto meno fighi del mio. Scena di noi che diciamo “ma te rendi conto che quella ha trovato uno che se la sposa? non ce credo”
Scena di uomini che ci adocchiano e noi facciamo le sceme e poi li cazziamo.
Scena di dialogo: “quanto sei bona!” e io: “grazie, come sei spontaneo!” e lui “te metterei a pecora!”
Scena di me senza parole (ma con molti insulti)
Scena dei suoi amici che vengono a scusarsi.
Scena di lui che torna, io che gli faccio “ma che vuoi?” e lui: “volevo dirti che sei molto bella, hai un sorriso e degli occhi stupendi, scusa per prima”
Scena di me moralizzatrice soddisfatta.
Scena di noi che andiamo a cena e di AmicaUmbra che se rimedia anche l’impossibile per strada col suo abitino verde albero con tanto di uno che prende in pieno un palo mentre cammina.
Scena di un gruppo di fighi che ci dicono “voi sì che siete forti, mica come quelle zoccole là dentro”
Scena di me che penso “La regola del più FI* non si smentisce mai”
Scena di noi che ci scofaniamo l’impossibile in un ristorante bellissimo che alla fine ci offre delle caipirosche alla fragola. Per dire quanto siamo femmine.
Scena di me che compilo un CRUCIPERLA.
Scena di noi che spacchettiamo il kit da Dive: ciocca di capelli rosa, braccialetto brandizzato con il motto “incontrarti è stato etilico”, ciondoli e collane a forma di  rossetto e trucchi, carte con uomini nudi per giochino interattivo. Noi splendidamente abbinate grazie alla maestria di AmicaUmbra che a confronto Saatchi&Saatchi è un ubriacone che mena la moglie. 
Scena di noi che prendiamo un taxi con l’autista ovviamente pippato come Fabrizio Corona e che corriamo a mille all’ora alla Villa Papeete.
Scena di uno che cerca per ore e ore e ore di pomiciarsi Marchigiana Simpatica, unica donna al mondo che va al Papeete con le calze e i decolleté perché senza “fa cafone”. Da notare che al Papeete Beach era stata assalita da un quarantenne palestrato-tatuato-con lo slip che gli aveva infilato due dita nel bicchiere e succhiato il ghiaccio con fare da Brigitta Bulgari e strizzando l’occhio. Darei un piede per avere la foto della faccia di MarchigianaSimpatica in quel momento, col suo abito blu con le farfalle.
Scena di me che grido con tutti questi sciamannati “SO-LO PAPE-TE! SO-LO PAPE-TE!”
Scena di numerosi e numerosi uomini che lo appizzano con un certo ardone a Tatta. Ma na cosa impressionante, come ci giravamo un attimo c’era uno che glielo appizzava con veemenza. E dire che è una gran bella ragazza, ma stava anche senza tacchi e mezza struccata… Tanto che a una certa mi giro e le faccio “Tatta tutto bene?” e mi sento rispondere: ” sì ma mi fa un po’ male il culo”.
Scena di uno sfigato mortale che passa chiedendo a tutte “ma tu sei fidanzata?” e sentendosi dire sì da chiunque. Chiunque tranne Mun che, in un accesso di sincerità coniugata al poco rimorchio serale, risponde un secco “no!” e si sente controbattere, da questo con faccia più che stupita, “allora goditi la vita!” . Io che mi cappotto con AmicaUmbra.
Scena di me che grido con tutti questi sciamannati “SO-LO PAPE-TE! SO-LO PAPE-TE!”
Scena di un nano sborone che tenta di rimorchiare insistendo come un dannato sia me che MAU. Probabilmente senza distinguerci. Continuando a ripete che c’ha la barca a Spezia e che ci porta in barca.
Scena di Mun che prende a gomitate una e noi terrorizzate dalla megarissa (che, diciamocelo, ce stava tutta!)
Scena di me che convinco uno a tenerci la borsa piena di scarpe di ricambio.
Scena di me che grido con tutti questi sciamannati “SO-LO PAPE-TE! SO-LO PAPE-TE!”

Scena di noi che balliamo, io sono una forsennata.
Le cantiamo tutte ma tutte ma tutte. Io impazzisco quando mettono a palla questa canzone coatta che amo pazzamente. Ballo ballo ballo da capogiro.
Scena di me che grido con tutti questi sciamannati “SO-LO PAPE-TE! SO-LO PAPE-TE!”
Scena di questo che mi si mette a parlare mentre mi siedo su un muretto con una camicia bianca oscena, tutta tipo paggetto medievale per quanto era larga e rimbolsata nei calzoni. Che si vede che vuole tentare un approccio e, quando gli spiego che sto per sposarmi, mi attacca la pippa sul fatto che ha 38 anni e vorrebbe un figlio e la sua compagna si è allontanata per un periodo ma lui vuole una stabilità e forse si prende un anno sabbatico dal lavoro per capire i valori della vita. Dentro al Papeete.
Scena di me che grido con tutti questi sciamannati “SO-LO PAPE-TE! SO-LO PAPE-TE!”
Scena di un altro che mi ferma tornando dal bagno e le prova tutte: vieni con me/parliamo un attimo/quanto sei carina/ noi dai non andare via/ dai almeno un bacio/ proprio perché ti sposi che ti frega… per finire con “mi sono lasciato da una storia importante, per me lei era quella giusta ma ora è così e io ci soffro, non me la sento di avere una storia nuova, la amo ancora ma non so se credo nell’amore”.  Dentro al Papeete.
Scena di noi che balliamo, io sono una forsennata.
Scena di me che grido con tutti questi sciamannati “SO-LO PAPE-TE! SO-LO PAPE-TE!”
Scena di noi che facciamo chiusura. I baristi se ne vanno, il sole sorge sulla Villa Papeete, le cubiste scendono dalle impalcature su cui erano appese a cavalcioni di palle da discoteca (“stasera Maruska e Priscilla ci stanno sulle palle!” cit.), la musica si spegne, i buttafuori raccattano i cadaveri. Rimaniamo giusto noi e le baldracche (cit.)
Scena di noi in albergo, saluti, abbracci, gioia e poi noi alle terme.

Glisso sui disastri del viaggio di rientro giusto per dire che erano anni che non sorridevo così tanto. E che non rimorchiavo così tanto.
Ho le migliori amiche di sempre, fossi in voi mi invidierei un bel po’ parecchio.
E’ stato un fine settimana perfetto, perfetto, perfettissimo. Non ridevo e non ballavo così tanto da tempo. Per dire, ho anche fatto la cacca.

* Regola del più FI: se non puoi essere più FIga, sii più FIne

THE EX FACTOR – invocare li mejo mortacci senza soluzione di continuità

Quando stai per sposarti, intendo proprio quando quel giorno si avvicina galoppando, quando oramai un po’ tutto è organizzato, quando ti mancano solo dei dettagli ma le riflessioni profonde sul senso della monogamia le hai già fatte, in quel momento finalmente viene fuori il grande interrogativo del matrimonio: come faccio a farlo sapere al mio ex?

Ora, se siete di quelli che dicono “ma che c’entra? che ti frega dell’ex?” et similia, girate al largo, ma proprio larghissimo da me perché i cazzari sono una categoria che davvero non tollero.
La questione dell’ex e della sua informazione circa le nozze è uno dei grandi quesiti delle nozze, se non addirittura IL grande quesito.
E’ abbastanza normale che se vi state per sposare, la storia passata sia stata superata. Ed è anche abbastanza normale che sia passato qualche annetto a meno che non siate quegli squilibrati che si sposano dopo quattro mesi “bellissimi e intensissimi e con una sintonia mai provata prima”.
Ma vorrei concentrarmi sul fatto che questo non c’entra nulla con un sano e naturale senso di rivalsa sull’ex. Il celebre concorso, portato alle luci della ribalta da SATC, “Chi di noi due morirà solo e disperato?” scatta il giorno dopo la fine del rapporto e poi, chi più chi meno, è tutto un gareggiare per tentare di morire accoppiati e felici.
Essendo io in procinto di congiungermi nel vincolo comunale col Primate, penso di poter affermare che ho stramegavinto e ciccia al culo.

Ma veniamo al dunque, come non ricordare Lui? Sì, il grandissimo imbecille con cui sono stata insieme per anni. Quello che l’ho preso lottatore alternativo, rapper e studente con la Fiat Uno e l’ho mollato col completo di Etro, un bilocale al polso, vacanze a Ibiza e costume a slip. Quello che, nell’estate del 2006, mi chiamò per dirmi che gli avevo attaccato la gonorrea perché nient’altro ero che una vacca, e che mi ha mandato sola e disperata in periodo di esami universitari a 700 chilometri da casa a farmi un tampone in tutti i luoghi. Insomma, un gran signore.
Dopo la fine ufficiale della relazione, per circa un paio di anni la cosa si è trascinata, prima per colpa mia e poi per ritorni suoi, senza mai arrivare da nessuna parte. Poi a un certo punto, complice la distanza, è morta lì. Io ero in altre faccende affaccendata e lui probabilmente idem. E da quel periodo sono passati circa tre anni di assoluto silenzio stampa.
Nonostante questo io non gli voglio male, manco bene, non gli voglio niente. Se morisse mi farebbe una certa impressione, ma a parte questo cerco di non pensare di aver perso otto anni a interrogarmi su sto essere che ha la stessa statura morale di Maurizio Lupi.
Nzomma qualche giorno fa parlavo con AmicaUmbra di queste cose passate e passive (un suo ex ha inseminato la scema di turno) e le dicevo “ma, secondo te, ma chissà con sti ex, dici che glielo devo scrivere che mi sposo? o lo lascio morire d’infarto col pettegolezzo paesano?” e poi “ma senti, ma stimazzi, io c’ho tanti pensieri mo pure a farmi problemi per sti cretini” e via discorrendo tra trucchi, scarpe e colleghi dementi.
Poi ieri la macchina Enigma , ovvero Feisbuc, non si sa come mi avverte che il tizio si è iscritto. Lui, contrarissimo a queste robe di internet, questi social per pettegoli, per gente che non ha una vita, e perché uno deve sapere i mazzi miei, e poi sicuro chissà che inciuci che ci fanno, e poi è pieno di quarantenni tristi che cercano di rimorchiare, e poi le donne si fanno vedere, e bla bla bla…una noia mortale. Ebbene lui, Mr Coerenza, si è iscritto definitivamente, dopo la rapida apparizione del 2010 atta solo a stolcherarmi un mesetto per poi risparire.
Nessuno si aspettava comportamenti intelligenti, quindi occhei. Clicco e mi appare una foto sui toni del rosso di Lui (identico spiccicato cacato sputato a anni fa) e…ovviamente vicino la sua attuale ragazza. Non mi aspettavo che si fosse fatto prete, eh. Ma manco che si mettesse con una col naso da porco. Ma vado avanti, clicco “informazioni” e evinco che è Fidanzato Ufficialmente o Engeigd che dir si voglia. Molto bene, procediamo. E’ fidanzato con una dal nome da stronza MA soprattutto col doppio cognome! Ragazzi miei, qui viene il bello! Il maledetto doppio cognome de sta fava! Perché il doppio cognome è il simbolo del male come dimostra la MalBal, la ex del Primate. Lei, la donna della morte, lei l’umana senza pinzette! Doppio cognome garanzia della merda.
Quindi gioisco, perché se la merita! Poi vedo che il fidanzamento ufficiale risale a luglio 2006, circa quando noi compivamo il quinto anno di relazione…ma che piacere!
La prima cosa che faccio, di conseguenza, è parlarne in chat con AmicaUmbra:

Frangia: L’HO TROVATO SU FB, MAZZO MAZZO MAZZO oddio ha scritto che è fidanzato dal 2006, stava con me!
AmicaUmbra:  mandami il link
F:  me sto a senti male (link)
AU:  mamma mia che occhiali terribili la ragazza (commento perfetto nel momento perfetto, il demonio è nei dettagli)
F:  cioè non me frega un mazzo, ma so sconvolta
AU:  scusa ma quando l ha fatto?
F:  il 5 aprile
AU:  azz
F:  o mazzo, aspè, dal 22 luglio 2006? cioè sta cosa mi sconvolge o hanno messo una data di tipo quando si sono conosciuti
AU:  dice che è fidanzato dal 2006?
F:  non ci posso crede si si si
AU:  voi quando vi siete laciati?
F:  gli mando la richiesta di amicizia? non me lo ricordo ma de certo ci siamo rivisti e mi ha scritto nel 2010 che non era fidanzato e voleva vedermi per certo TE RENDI CONTO????
AU:  o.O
F:  non so se ride o se piagne
AU:  me sento male per te,   ma come fai a vederlo? io non la vedo la data
F:  su informazioni
AU:  no ora l ho visto o.O ma mazzo
F:  no vabbè AmicaUmbra,  io ho qui le mail mazzo,  ce le ho puttana miseria, so sconvolta cioè sti mazzi eh? però mazzo
lo aggiungo?
AU:  magari erano un pò in crisi… ma te pare che MAS non ha mai visto niente? o saputo niente?
cmq io direi di no, cioè l ha fatto da troppi pochi giorni
F: ok no no, ecco, io che volevo mandargli una mail
AU:  per il matrimonio?
F:  sì, ma a questo punto conto di chiedergli l’amicizia il 21 luglio,  il tempo di mettere un’immagine del profilo vestita da sposa… da stasera senti che dieta che faccio, mortacci sua e de Riccarda Strozzi Pollastri, mortacci de tutte quelle coi doppi cognomi!
AU:  ahahahhaahhaah mortacci de tutte,  de tutti anzi, cmq non scrivergli, lui te l ha mai fatti gli auguri?
F:  MA NOOOOO, ma lui mi sa che non si è ancora sposato a meno che nel 2005 non me sia persa qualcosa
AU:  ahahahah ma tu la conosci lei? è di Borgo Natio?
F:  ma non lo so mortacci sua e del naso da porco
AU:  sta stronza!  urge acquisto di almeno 3 paia di scarpa?
F:  MINIMO MINIMISSSSSIMO
mo faccio dinamica mentale e je gufo col pensiero
AU:   cmq la soluzione è SCARPE
(ora qui va inserita una premessa: AmicaUmbra è nota in tutte le sue compagnia per essere una persona solare, simpatica, sempre tranquilla e propositiva, molto accomodante e mai nervosa, la perfidia non sa cosa sia, la vendetta non la sfiora, la rivalsa men che meno, è l’incarnazione dell’altra guancia e del vivere lasciar vivendo)
AU: o magari gli mandi la partecipazione
O MEGLIO FAI INDAGARE MAS (climax)
o magari gli mandi la partecipazione con un nome sbagliato ma al suo indirizzo
F: questa è  veramente infame
AU:  bhahahahhhahah o magari cambio programma e CASUALMENTE organizzo l’addio al nubilato in piazza a BorgoNatio vicino casa sua
F: sì,  mettete i manifesti
AU:  tu in mezzo a tanti cazzetti 50*70 e richiedo l’autorizzazione i comune per appendere i manifesti
F:  comunque fotoscioppame per benino che se me vede miss doppio cognome
AU: (spizza per bene il profilo di Riccarda Strozzi Pollastri) ma se fa le foto solo de faccia, sicuro c’ ha il culone!

Non il presepe, non gesubbambino ma lo zenzero [cit.]

Sto rosicando fortissimamente, ho bisogno del mio chindol per scrivere le mie recempsioni. Sta cosa mi manda fuori di testa.
Spendo e spando soldi comprando riviste e, udite udite, lo sapere che a Camerondiaz je piace fa la donna oggetto? Per dirne giusto una.
Ho anche comprato Internazionale che, correggetemi se sbaglio, è la rivista letta dai veri antipatici sapientini demmerda. Sembro Guastardo della Radica bionda, coi miei settimanali.
Oltretutto vado in giro coi mandarini e mi scordo di mangiarli in ufficio, così quando esco e vado in metropolitana e becco il Primate lo costringo a mangiarne qualche spicchio, anche se lui odia la frutta. Mi fa “ma perché vuoi che io lo mangi?” e io ho risposto che non voglio sembrare una di quelle pazze che girano con gli agrumi e allora lui, che è meraviglioso, s’è ingollato due spicchietti di un mandarino cattivo e tiepido.
Tra le cose successe ultimamente possiamo annoverare: ho fatto pace con MAS (forse non tutti sanno che non ci parlavo da 3 anni per un motivo che non ci ricordiamo), ho beccato in profumeria ad Agrate Brianza (sigh!) una del mio borgo natio selvaggio e la cosa mi ha semplicemente sconvolto, ho sgamato sul web un vlog di uno che mi piaceva da giovane e mi sono davvero posta delle serie domande su me medesima(non fossero bastati i ginz Fornarina color oro),  ho scelto i confetti per lo sponsale, mi sono comprata due paia di stivali molto belli, smesso la dieta e ripreso un chilo e mezzo.

Passiamo a un post a tema stagionale: le feste comandate.
Già agli albori di questo blog avevo espresso la mia opinione sul Natale (per chi non se la ricordasse, è qui) e ormai tutti sanno che io detesto gli addobbi; non mi resta dunque che fare degli auguri propiziatori.
Considerate che le sfighe che mando di solito arrivano, vediamo se funziona anche fuor di iattura.

Quindi, cari miei sparuti lettori, vi auguro che il nuovo anno vi porti quelle cose che non vi cambiano la vita ma ve la migliorano un casino. Per dire, non vi auguro di trovare una valigia con un milione di euro di cui nessuno reclama lo smarrimento, né di votare quel premier che poi si rivelerà buono  e giusto perché questa è utopia e, seppermetti, le utopie fanno tanto comunismo e il comunismo fa tanto Germania dell’est, che a sua volta fa tanto tuta acetata e calzini coi sandali, quindi no.
Io spero davvero nel profondo del mio cuore che troviate un blascino perfetto per il vostro incarnato e un contorno occhi che sgonfi davvero le borse, o una di quelle creme che davvero renda il vostro pene più lungo di mezzo centimetro. La meraviglia è nelle piccole cose, ma non è che più so piccole e più meravigliano eh. Spero che la profumeria dietro casa faccia svendite sui profumi di Scianel perché non tiene più la linea, che in palestra mettano sempre quella canzone supercafona che però vi piace tanto ma vi vergognate a tenere nell’emmeppitrè.
Se malauguratamente doveste essere disoccupati, spero almeno che l’insegnante del corso obbligatorio statale sia un bonazzo o abbia le bocce grosse.
Vi auguro le piccole gioie del quotidiano, insomma. E anche un Monclerino che non vi faccia sembrare dei ciccionazzi budrillozzi.

Detto questo, stiamo per assistere al mio ultimo Natale da nubile. Oddiomadonna.

Tiè, non dimenticatemi!

ORNITOLOGIA E MISTERI

Insomma a fine settembre io e Primate andiamo a fare la prova del ristorante. Sì, sì, il ristorante per il matrimonio, esattamente. Quindi, sì, stiamo scegliendo la data e i fiori e la musica e tutto quanto. E no, non abbiamo ancora abbastanza soldi. E, sì, ovviamente mi sono già messa a dieta (consiste nel mangiare passati di verdura e quindi dimagrire un po’ per le poche calorie e un po’ tramite cacarella).
Quindi, insomma, io un mio equilibrio sentimentale devo dire che l’ho trovato. Certi giorni ammazzerei il mio bello, ma se così non fosse probabilmente non me lo sposerei. Lascio a un secondo momento quelle riflessioni tipo: e quindi pensi di non accoppiarti mai più con uno che non sia lui? Sono decisioni di un certo calibro.
Fatto sta che, come questo blog dimostra, i rapporti maschio-femmina sono sempre più complicati. Sembra che più andiamo avanti con gli anni, cresciamo, facciamo esperienze e meno troviamo il verso di comportarci in un modo che funzioni reciprocamente. Sono cose che ti fanno rivalutare il “vuoi metterti con me? fai una croce su SI’ o NO”, almeno era chiaro e semplice e una prendeva una posizione e lì stava sino a che non ci si lasciava. Adesso è tutto un andirivieni di metti-foto-su-feisbuc, mi commenta, mi dice mi piace, ciattiamo ma non mi chiama, usciamo da due mesi ma non trombiamo, trombiamo da due mesi ma non usciamo, mi ha portata a cena con gli amici ma non mi ha baciato, ci scrivevamo email da un mese quindi ora siamo fidanzati in casa…in a few words: la gente stanno male.

E questo è un paragrafo.

L’altro invece è questo:

Mun è l’amica dell’università del Primate, avvocatessa già a ventisette anni ha passato la sua vita a studiare tantissimo e ascoltare musica grezza. Un metro e mezzo di donna con stupendi occhi celesti e  capelli castani tagliati sempre diversi, la riconoscereste per strada grazie alla sobrietà dei suoi abbinamenti come il turchese+pesca+beige per il lavoro e il giallofluo+fuxia+arancione per la vita di tutti i giorni. Un fisico compattino che si sta dotando di tette con una cura ormonale e un culo decisamente a mandolino abbinato a un carattere tosto e puntiglioso e permaloso ma affettuoso.
Insomma, una donna complicata ma con due belle cosce.
L’anno scorso è uscita da una biennale relazione con un uomo che lei definisce meraviglioso e bravissimo, ma comunque si sono mollati. Dopo un viaggio da sola a Nuova Iorch e un’americanissima strombazzée in ostello ha messo la testa a posto e s’è messa alla ricerca di un nuovo fidanzato. Come cercare una pianta di limoni in fiore al Polo Sud. Poi, non si sa come, ha avuto una liaison decisamente dangereuse con AggenteImmobbigliare. Ora, lui è di Roma Sud ma così tanto che si sente uno straniero rispetto a quelli della Garbatella. Lei è una che Milano c’è solo Milano, a Roma iniziano a lavorare alle 10, questi pantaloni sono una terronata, io vivo in centro e tutto il resto è hinterland. Non ho molto capito perché qualcuno ha pensato che potesse funzionare. Però sono stati cinque giorni di passione di quella che poi vai a calendula per almeno due settimane, a capisse.
Un po’ sfiduciata ma sempre tosta e gagliarda, Mun programma la propria estate: un uichend dai miei, uno dai nonni, uno con le amiche all’estero e…quasi quasi rivedo le mie amiche erasmus e vado a una festa in Germania. Quale migliore occasione per una bella inzuppatina estiva? E infatti arriva bella bella in Doiccland, zi mette qvalche vestitinen carinen und zi prepara a smignotecciare. Le amiche prontamente le presentano un tizio tedesco MA che vive parte dell’anno in Messico, vuoi che un po’ di calor latino non ce l’abbia? E infatti alla prima occasione le piazza le mai sul suddetto culo. E bravo ragazzo, chiamiamolo il Germano Irreale. Poi insomma pomiciano, pomiciano, pomiciano. Germano Irreale era arrivato alla festa insieme a un amico che chiameremo, a caso, il Ciccionazzo.
Ciccionazzo beve come una bestia e idem gli altri. Mun e Germano Irreale intanto paccano e paccano e via andare, come alle belle feste dei tempi che furono. La musica finisce, gli amici se ne vanno, buonanotte ai suonatori e Mun invita a casa Germano Irreale per concludere da trentenni una sonora pomiciata fra stranieri. All’orizzonte, però, si scorge Ciccionazzo ubriaco che si addentra nella boscaglia circostante il casale della festa. Germano Irreale, giustamente, corre a recuperare l’amico. Poi torna da Mun che lo stava aspettando pronta a una notte di passioni senza pensieri. E lui che fa? Lui in tutta tranquillità le dice che ha deciso di andare a ballare con il resto degli amici (tre, n.d.a.). Mun, sgomenta, torna a casa e fa lo spelling bestemmiato di tutto il calendario di Frate Indovino.
Ora, mi domando e dico, un uomo pomicia tutta la sera, dimostra in maniera manifesta la sua turgidità, ha davanti una bella donna italiana con gli occhioni blublublù  e che fa? Porta a spasso il Ciccionazzo, mi pare giusto.

Io non capisco, non capisco, non capisco e allora ballo la zarromusic:

*grazie a Mun, scopritrice di fiducia di talenti cafoni

Il matrimogno di Lanuasèt e Benza

Insomma alla fine sabato scorso Lanoisette, la mia magistra bloggorum, s’è sposata. Inutile negare l’emozione, non fosse stato per lei forse non avrei avuto un blog. Io l’avevo già vista pettinata e abbigliata, infatti ho avuto l’onore e l’onere di essere la meicapartist della giornata: ho preso pennelli, sfumini, mascara, blascini e tanti tanti tanti ombretti e sono corsa al suo castello incantato. Lì la bella mi aspettava seduta a gambe larghe, a zinne pressoché all’aria e continuava a dirmi “Frangia ora mi sto agitando, Frangia ora ammazzo mia madre” e cose del genere. In tutto ciò il povero Primate, vestito di tutto punto come un bel damerino, aspettava al caldo e all’afa. Roba che l’ho lasciato lì con una bella camicia inamidata bianca e l’ho ritrovato MissMagliettaBagnata.

Fatto sta che a un certo punto, viene officiata la cerimonia più alternativa del mondo, per maggiori dettagli leggete qui. Lanoisette arriva bella bella bella come non mai e con un incarnato solo perfetto, mi sono commossa e complimentata con me stessa in parti uguali. Tu vuoi prendere lui, tu vuoi baciare lei, voi volete il prosecco, bau bau e così arriviamo al buffet. Io, accompagnata dal mio bello, mi siedo con la Povna e Viv e mi scofano anche l’anima de li mejo. La cosa bella dei matrimoni moderni, a mio avviso, è in fingherfud: sono bocconcini piccoli piccoli, ma a milioni. Roba che ti pare di aver sbocconcellato e alla fine, sommando, ti sei scrofato l’equivalente di 7 polpi in insalata, 5 trecce di mozzarella di bufala e un piccolo orto di pomodori ciliegini, circa 8 etti di parmigiano fatto a muss, due-trecento gamberetti e una quarantina di grissini. Solo a questo punto ci si alza, ci si alliscia il vestito e si va a cena.

Nzomma, anche al matrimogno di Lanoise abbiamo fatto così. E poi due primi, un bel secondo, vino-pausa-vino, poi tutti in giardino per la torta. Una fetta di torta poi un bel buffè di dolci, un sorbettino che sgrassa e poi foto con gli sposi…tutto molto bello. Lo so che non sto dicendo niente di nuovo, ma se vi fate un giro sui vari blog seri e costanti di questo circolo troverete sicuramente qualcosa scritto meglio  e ben dettagliato.

Io voglio portare la mia testimonianza, voglio parlare di quello che mi ha veramente colpita, di quel tocco che solo a questa cerimonia potevo trovare e mai più incontrerò: SuoCugginoSuoCuggino (per farla corta SCSC), il cugino di Lanoise. Voglio dire, se voi conosceste  la splendida donna che è la mamma di Lanoise, la sorella con lo sguardo dolce e intenso, il maric della sorec gentile e cordiale, il padre bell’uomo composto ma commosso, direste: avvedi che belli, poteva venire solo una figlia figa e intelligente. Poi, però, così damblé, in giardino, a tarda sera, al momento dei saluti, si sente echeggiare qualche parola: “i sandali di guzzi”. Sento la parola sandali e aguzzo l’orecchio. Sento la parola Guzzi e cerco di capire chi stia parlando di uno storico marchio di motociclette ad un matrimonio. Poi mi giro e vedo lui, nello splendore della sua bocconianezza: SCSC. Altino, magro, capelli incollati con del gel ma seguendo delle ascisse e delle ordinate orientate rispetto al meridiano di Ocsford, sguardo a pesce fracio e sorriso da caccia alla volpe, impeccabile nel suo completo blu. Lo sento blaterare con le sue R e le sue S e le sue C pronunciate come se fossero delle V delle C e delle Z. Resto in zona, già sento che il soggettpo mi regalerà grandi emozioni. Infatti alla fine della serata, tutti contenti ma stremati dal caldo e dal cibo, ci avviciniamo alla coppia di novelli sposi per salutarli e andarcene. Mi metto in fila con dietro il Primate, aspetto il mio turno. E vedo che qusta giacchetta blu davanti a me temporeggia, e temporeggia e temporeggia. Butto l’occhio e vedo Lanoise che fa sì-sì-sì con la testa come quei cagnolini con la capoccia attaccata alla molla. Alchè aguzzo l’orecchio e sento esattamente questo dialogo:

– quindi dove andate in viaggio di nozze?

– in Africa (testa che dondola)

– ma viaggiate in bisness o in economi? – ma che domanda è?-

– (sguardo allucinato) ma non lo so!

– ecco perchè se viaggiate in bisness, andate alla launge della Luftansa, non quella dell’AfricanSalcazzo

– (testa ciondolante)

– beh sì, sai, è meglio, è molto più curata

– (testa sempre più ciondolante, tra un po’ le si stacca)

– poi se per caso avete la bisness ma non la sinator – cazzè?- beh, dite che siete in viaggio di nozze, così comunque vi fanno usare la spa…

– (sguardo perso)

Io, ridendo come non mai, per un attimo mi preoccupo e cerco in tasca un defibrillatore, conosco la mia amica e vedo che la stiamo perdendo. Poi guardo meglio e leggo nel suo sguardo: 4 pantaloncini, 2 magliette per dormire, tre costumi da bagno, 1 vestitino elegante, una mutanda da ciclo, 4 completini maiali, antidiarroico, spray antizanzare…

Comunque la storia della spa nella laung dell’aeroporto mi ha colpito molto, non lo sapevo. Già mi vedo dire al Primate: amore c’ho la cervicale, vado un attimo a Orio al Serio a farmi fare un massaggio.

 

COSE CHE NON HO

Intanto voglio dire che il titolo di questo post vuole significarvi due grandi cose: adoravo quel disco dei Subsonica e mi ci sono sfonnata le recchie quindi non dimentico il passato in primis, sto sempre sul pezzo e vi anticipo insieme ai giornali più venduti (come Metro e Leggo) il nome del nuovo programma di Sazio e Fabiano sul trè in secundis.

Insomma, ci tengo a sottolineare ultimamente…sarà che sto invecchiando.
L’ho realizzato cinque minuti fa in doccia: sto inesorabillmente invecchiando.

A dimostrazione di ciò, addurrò delle prove.

  1.  Faccio un lavoro sicuro, in tempo di crisi, anche se manderei beatamente in Tanzania la metà di quelli per cui lo faccio, incurante di quanto mi sono ammazzata per prendermi quella stramaledetta laurea
  2.  In meno di un mese andrò a due matrimoni di cui uno di una mia cara amica bloggher (eh, ndovina ndovinello…)
  3.  Ho iniziato a risparmiare. E’ avvilente.
  4.  Scrivo un post alle undici e mezza di sera avendo l’ansia che domattina mi sentirò stanca e mi sento in colpa nei confronti di me stessa perchè mi condanno a dormire troppo poco per i miei standard da vecchia. (So benissimo che questo richiederebbe un TSO o anche TS Volontario ma, come ho detto, sto risparmiando, quindi l’ansia me la tengo)
  5.  Non dimentico più le chiavi di casa
  6.  Mi depilo meno frequentemente
  7. Ho scambiato delle mail con GRGA che mi ha mostrato le foto di suo figlio e io ho SOLO pensato “che tenerezza, sono tanto felice per voi”  e non ho fatto manco mezzo pensiero sconcio che fosse mezzo. (Oddio, è anche vero che ho trovato il primate della mia vita e tutto…comunque mi sembra un fatto degno di rilevanza in relazione alla mia maturità o senioritudine)
  8. Non voglio un cellulare nuovo perchè ho paura di non imparare a usarlo (esattamente come mi nonna)
  9. Un paio di volte (ma – giuro – giusto un paio) ho detto “sì, sono belle quelle scarpe, ma sono scomode”
  10. Accumulo cose. Tutti abbiamo da una a due nonne che nella loro credenza che puzza di antitarme ammuffito hanno una o più scatole di metallo dei biscotti. Mica a caso eh, biscotti “danesi” al burro. Sì, sì, quella scatola blu che, nella migliore delle ipotesi contiene ago e filo, nella peggiore, il nulla. Non si butta perchè “può sempre servire”. Insomma, anche io accumulo, solo che nei biuticheis: accumulo trucchi. Ormai non ho manco il tempo di comprarmeli da Sefora o in farmacia o dal maledetto Chico, li ordino ollain. Pennelli cabuchi come se piovesse, scimmerini, pigmenti e tutte un sacco di altre cagate che nomina Cliomeicap e che io in automatico compro (in barba al risparmio di cui sopra).
  11. Tutti, tutti, tutti ma proprio tutti quelli che non mi conoscono mi chiamano “signora”. Io ho sempre l’istinto molto umbro di rispondere “signora stopardepalle”, ma poi a Milano centro pare brutto.
  12. Lassbatnotliss l’altro giorno ho vomitato inspiegabilmente in metropolitana. E glissiamo sulla figura di merda che, già di per sé, mi pare meritevole. Il peggio del peggio è stato lo sguardo di mia suocera che aveva stampato in un occhio “SEI FORSE” e nell’altro “INCINTA?”. A quel punto, il mio genio interiore, con la maieutica del vomito, ha partorito delle frasi puzzolenti e sconnesse circa tutti i metodi anticoncezionali a cui ricorriamo io e suo figlio. Il tutto non era stato richiesto.

Anfen, grazie grazie grazie mille alla mitica noccioletta per il suo premio. Sdebiterommi con un lavorone da meicapartist nel giorno più bello della sua vita.