Non so se l’ho detto almeno diciasseimila volte ma, a me, il Chindol ha cambiato la vita. Lo amo, gli ho dato il suo nome affettuoso (Chindy che mi fa pensare a « lei si chiama Cindy e incassa tanti dindi » – per pochissimi – )e costringo il Primate a chiamarlo così.
Quest’anno ho anche fatto l’abile mossa di regalarlo a mia madre per il compleanno, fottendomi così i regali dei prossimi diciotto natali e compleanni ché, si sa, col libro non si sbaglia(va) mai.
Chindy mi permette di risparmiare tanti dindi e di leggere anche robe per cui mai e poi mai avrei pagato.
Detto questo, ecco le recempsioni rapide dell’ultima dozzina che ho letto :
I ragazzi di Anansi – Neil Gaiman
Come tutti i libri di Gaiman ha un intreccio complesso a metà ambientato nel mondo reale e a metà in un mondo divino/fantastico/surreale con caratteristiche e sentimenti molto reali.
La storia è quella di due fratelli, uno più umano e l’altro più divino, uno grasso e l’altro figo…insomma una specie di gemelle Olsen rivisitate.
Gli dei-personaggi della storia sono gli spiriti ancestrali delle storie del mondo e sono rappresentati da animali : questo è il problema. Per dirla meglio, uno dei protagonisti è Ragno ed io sono aracnofobica all’ennesima potenza. Non potevo leggere senza arrivare a grattarmi le braccia con frequenza più o meno regolare.
Carino ma non paragonabile per spessore e intensità ad American Gods, Anansi Boys per certi versi è più godibile e leggero ma anche meno interessante.
Quello che ho apprezzato è soprattutto l’inventiva, il genio narrativo di Gaiman. Riesce a creare storie sempre originali e folli nella sua penna non c’è mai il minimo tratto di banalità.
La metà di niente – Catherine Dunne
Ecco, dicevo, la banalità. Dico io, se sto leggendo un libro è forse perchè voglio vedere una vita simile alla mia descritta pari pari o per evasione ? Eh, Catherine Dunne, che ne pensi ?
La storia è questa : cinquantenne grassa con due o tre figli problematici viene mollata di punto in bianco dal marito che si tromba la moglie di amici di famiglia. Rose (anche il nome della protagonista simboleggia una certa creatività irrefrenabiledell’autrice) rimane disperata e senza un soldo e deve decidere come ritirare su le sorti della famiglia dopo una vita da casalinga. Piange un bel po’ poi comincia a vendere torte, si arricchisce mentre il marito perde il lavoro e fa la fame da solo visto che la sua amante è tornata a casa.
Se proprio non avete niente da fare, mettete a posto il cassetto delle mutande che tanto lo so che anche il vostro è incasinato.
Il karma del Gorilla – Sandrone Dazieri
Le storie di Dazieri mi piacciono sempre un sacco, sono divertenti e irriverenti e « il Gorilla » è un personaggio che non annoia.
La storia è meglio che non la racconti, leggetela. Ma vi dirò perchè questo libro mi è piaciuto particolarmente : per la citazione del cocktail Fernando nei ringraziamenti.
Il Fernando è una bevanda a base di Fernet e CocaCola, vi rendete conto ? Pare essere molto popolare in Argentina e io l’ho scoperto a spese di Altissimo. All’ultimo VodkaParty della storia di Roma, quando ancora Maison Dourange dava dieci piste ai peggiori bar di Caracas, si presentarono due amici di Mun, lei francese e lui argentino. Alla vista di una bottiglia di Fernet lui si mise a distribuire sta roba a tutti e soprattutto ad Altissimo che, venuto giù a conquistare Amica Umbra, le ha vomitato nel cestino della camera da letto.
Chissà che età aveva il Fernet…AmicaUmbra l’aveva portato 3 anni prima da casa dicendo « Mamma m’ha detto prendilo e buttalo, non se sa da quanto stal ì, però magari per un’emergenza, se finiamo l’alcol ».
Molto forte, incredibilmente vicino – Jonathan S. Foer
Adesso va un sacco di moda ma, onestamente, mi ha lasciata perplessa. La storia è molto dolce : un ragazzino che ha perso il padre nella tragedia dell’11 Settembre si mette alla ricerca delle tracce perdute del genitore pur di accettare meglio la sua dipartita. Il personaggio è strutturato bene, il bambino ha mille manie, è intelligentissimo e molto fragile…però la trama a volte si impalla, si dilunga, non scorre e finisce con l’annoiare. Non lo sconsiglio, ma non lo incarterò per nessuno a Natale.
Treno di notte per Lisbona – Pascal Merier
Una mattonata fra capo e collo. Molto bello.
Un professore austriaco di lingue morte incontra per caso una donna che sta per suicidarsi, le rivolge la parola e scopre che ha uno strano accento : portoghese.
Di lì lui, compra da un rigattiere un vecchio libro in portoghese di un autore pressochè sconosciuto. Sbarella, abbandona la sua vita pallosa di sempre e va a Lisbona col treno alla ricerca delle tracce perdute dell’autore.
La ricerca si infittisce e il professore arriva a contattare i parenti dell’autore, un medico geniale e dalla personalità complessissima, per ricostruire un intreccio di vite che si mischiano alla propria.
Questo libro è lento e difficile ma mi è stato impossibile non esserne travolta :Lisbona è la mia città del cuore e ad ogni piccolo rimando alla calçada portuguesa, al bacalhau, alla tristezza dei palazzi con i loro occhi tra gli azulejos, sentivo un tuffo al cuore. La resistenza portoghese è stata tra le più agguerrite e organizzate d’Europa e in questo libro se ne ha un assaggio.
I centonovantanove gradini – Michel Faber
Ormai m’è presa che devo leggere tutto di Faber, non ho ben capito perchè visto che non mi fa impazzire.
Questa breve storia narra di una tizia di un qualche paese balcanico, zoppa a causa di guerra, che si ritrova in Inghilterra (mi pare) a fare scavi sui resti di un convento di monache del 1200. Incontra un figaccione che fa jogging con un cane, lui stranamente si invaghisce di lei ed è un ricco medico. Lei se la tira, non cede e perde l’occasione. Di mezzo un mini giallo, niente di chè.
Romanzetto caruccio, non saprei cos’altro dire visto che c’è davvero poco sugo nella storia.
La mano sinistra di dio – Jeff Lindsay
Il nostro Caro Dexter – Jeff Lindsay
Dexter L’Oscuro – Jeff Lindsay
Dexter l’esteta – Jeff Lidsay
Questi vanno recempsiti tutti insieme visto che sono una saga. Si tratta della storia da cui è stato tratto il famoso telefilm Dexter, il serial killer di serial killer. L’idea non è malvagia, lui – ragazzino adottato dopo un orrendo trauma – ha un forte istinto omicida e suo padre poliziotto lo invita a sfogarsi su chi se lo merita : i serial killer. Il primo libro è carino, il secondo è brodo allungato, il terzo è troppo lungo ma più carino e anche il quarto si difende. Succede sempre la stessa cosa : lui dà la caccia a un qualche serial killer che a sua volta dà la caccia a lui e ne pagano le spese i suoi familiari : sua sorella (la sboccacciata e insopportabile poliziotta Deb), il fidanzato della sorella, quella rincoglionita di Rita (la moglie) e quei due simpatici aspiranti assassini dei figli di Rita.
Io capisco che nei vari episodi di una saga sia necessario dare continui rimandi alla storia generale e ciò comporta molte ripetizioni ma in questi libri repetita stufant. Lo so che uno può capitare in libreria e prendere a caso il terzo libro e quindi un minimo gli va detto de che stamo a parlà, ma io che li ho letti tutti perchè mi devo smaronare a questa maniera ?
Insomma, le saghe non fanno per me…mi risultano seghe, per dirla in francese.
Adesso sto vedendo con immensa fatica il telefilm in ingese ché perlomeno lui è un discreto figo.
The Help – Kathryn Stockett
E’ un libro veramente da donne e veramente carino. Se siete ometti statene alla larga.
Nel Mississippi degli anni Sessanta una giovane ragazza bianca comincia a porsi domande sulla condizione delle domestiche di colore e inizia una sorta di « indagine » nel mondo razzista e piccolo borghese delle sue amiche, spietate schiaviste.
I personaggi sono costruiti benissimo, i momenti amari si alternano perfettamente a quelli dolci e divertenti e la lettura non annoia.
Certo, il lieto fine si capisce dalla seconda virgola, ma che c’è di male ?
Prima o poi vedrò il film.
Zia mame – Patrick Dennis
Tanto amato e tanto criticato, non capisco veramente perchè.
Centra in pieno il suo genere : divertente senza picchi geniali, ripetitivo e senza colpi di scena ma carino e godibile.
Prima di leggerlo mi immaginavo una qualche storia di mami di colore grassissima che allevava un qualche orfanello nella capanna dello zio Tommaso. La mente è strana.
Invece è la storia di questo Patrick adottato dalla zia Mame, una viveuse pazza scatenata e ricca sfondata della New York anni ’20.
Come in « I love shopping » (che però è illegibile) anche qui il canovaccio è sempre quello : la zia fa delle pazzie poi qualcuno la ammonisce e lei risponde facendo altre follie. E manda il nipote in una scuola nudista, e mette su un negozio di ceramiche futuriste, si finge cavallerizza provetta rischiando l’osso del collo…insomma, non è Proust, per chi non l’avesse intuito.
Una ombrellonata in piena regola.
Nzomma poi quest’anno ho preso una grossa decisione : in vacanza leggerò solo ed esclusivamente monnezza di un certo calibro.
Si dà il caso che la prossima settimana anche io avrò delle ferie (ormai non ci sperava più nessuno) e andrò al mare col Primate dell’Amor, prima in Turchia e poi in Ligurìa.
Tanto per cominciare col piede giusto l’altroieri ho iniziato « Cinquanta sfumature di grigio », sto al 13% e ancora non s’accoppiano quindi mi sta stufando, volevo della pruderie signora mia.
Sono quindi a chiedere ai miei sparuti lettori qualche consiglio di Real Monnezza. Ma non libri noiosi, pallosi, inconsistenti…io voglio proprio letteratura trucida.
Famo a capisse, il prossimo in lista è VAMPIRI & THE CITY. Chi offre di più alzi la mano.