Il problema è la forza di volontà

Ho in testa un sacco di argomenti per questo blog ma mi pesa sempre il culo e non ho mai la giusta spinta per sviscerarli.
Al momento vorrei creare delle rubriche tipo:
– le cinque cose che mi hanno rotto i coglioni questa settimana (il blog è gratis, lo psico costa)
– le cronache di quella del mio paese che ha svoltato vendendo integratori su Feisbuc
– interviste a gente che fa cose strane e che per puro caso conosco (ma vorrei filmarle e quindi dovrei imparare l’editing e poi si sentirebbe la mia voce)

Farò mai qualcosa di tutto ciò?
Chissà.

lumaca

Un grosso “mah”

Sinceramente mi sembra una cosa abbastanza pericolosa e molto molto inutile.
Chi sono quindi io per non sperimentarla?
Sono sfuggita per un pelo alla cocaina, all’ellesseddì e a sposarmi un fascista, non sarà certo una specie di app a spaventarmi.
Eqquindi:

lafrangia.Sarahah.com

L’ultimo avamposto della decenza online

Non devo certo spiegarlo ai blogger, come si rimorchia ollain.
Non devo certo parlare delle relazioni virtuali, quando Catfish è alla sesta stagione.
Non devo certo dirlo io, che i social hanno cambiato la percezione di sé e degli altri.
Non devo certo sottolineare che Tinder è la versione touchscreen del mercato delle vacche (quanto erano più oneste le serate cafone al latinoamericano?).
Non devo certo insegnarvi io che, però, controllare il profilo Feisbuc di uno che vi piaciucchia  può farvi accedere a uno stargate di mostruosità, tipo che condivide le bufale sulla magnitudo dei terremoti o le foto sella Senicar.
Non devo certo entrare nei dettagli su Grndr o Hornet, i maschi tendono ad essere degli allegri porci,  quello è per loro un contenitore adatto (e pieno de fregni, in effetti, n.d.a.).
Tante sono le cose che ormai non hanno più bisogno di analisi, né di demonizzazioni, i social sono parte integrante della nostra vista e come tale la influenzano e la pervadono in  mille aspetti. Tra questi, come non annoverare il lavoro? Infatti anche per quello c’è un social, ed è Linchedin.
Linchedin non si capisce bene a cosa serva di preciso, ma in generale è uno strumento per fare “netuorching”, cercare offerte di lavoro di aziende sedicenti “smart” e dove al massimo si va a ricercare un contatto con qualche compagnuccio delle elementari che ora ha la fabbrichètta, la casètta, la barchètta e che potrebbe offrirvi diecicappanettianno. Su Linchedin si mette il proprio cv in forma ben riassunta, qualche interesse politicamente correttissimo – diritti dell’infanzia, su tutti – e una foto civile, urbana e professionale.
Più in generale su Linchedin ci sono anche forum di discussione perfettamente inutili, condivisioni di articoli motivazioni, manager che promuovono i loro tuitt o fanno vedere che leggono IlSole, tanti tanti tanti aforismi sulle differenze tra un capo e un leader.
Quindi, in tutto questo parlare e condividere per dare aria al proprio cv, spuntano persone di ogni sorta che, attirate dai “brend” del mio cv, mi chiedono di connettersi alla mia rete, entrando dunque in possibile collegamento con tutti quelli che conosco io.
Salvo casi umani particolari, io tendo ad accettare tutti, non si sa mai e poi non c’è nulla di male. E così ho fatto anche stamattina, imbattendomi quindi in questo Engineer at Global Shipping Company.
Il tempo di accettare la sua richiesta, visto che QuelliTipoGugol hanno molti contatti con aziende di logistica, e mi ritrovo il seguente messaggino privato both in english and italian:
linkedin

Morto di figa livello: Linchedin.

 

YOUNG & BEAUTIFUL – dopo cinque anni di blog ho svelato il mistero misterioso

Avvertenze: post a contenuto personale quindi per forza di cose un po’ pallosetto.

Questo blog sta per compiere cinque anni, è un po’ acciaccatello ma resiste aggrappato a me.
Io, per la cronaca, sto per compierne 19 anche quest’anno. La ventina s’avvicina e un po’ d’ansia è naturale, credo. “Non oso immaginare cosa sia compiere addirittura 30 anni, dev’essere terribile”.
Da cinque anni a questa parte sono cambiate davvero tantissime cose: Umbria, Europa, Roma, Milano. Università, lavoro, master, nuovo lavoro e poi ancora nuovo lavoro. Grandi certezze che sono state scordate ancor prima di avere il tempo di sgretolarsi. Capelli biondissimi e poi castani (vomito) e poi rossi e poi castani e poi biondi e poi superbiondi. Insomma la vita è cambiata e io con essa e per essa e soprattutto il blog è cambiato. L’elenco degli uomini non mi metto manco a farlo perché a) non me li ricordo tutti b) c’abbiamo tutti una vita a cui tornare dopo questo post c) stanno tutti scritti nel blog d) faccio prima a dirvi quante mutande mi sono cambiata.
Se c’è sempre stato un filo rosso che ha condotto gli avvenimenti della mia vita beh, quello è il pathos amoroso. Presunto, immaginato, reale, sofferto, superficiale, malato, strafigo, gonfiato e sgonfiato e poi vero.
Se il blog è tanto cambiato è anche perché l’amore è tanto cambiato e no, non è che non c’ho niente da raccontare, ma ho sempre voluto che questo fosse uno spazio dove farsi due risate – magari anche amare – e non quello in cui qualcuno viene qua a capire perché e per come e appena ho beccato un mezzopsicologo de sta ceppa l’ho fermato all’ingresso: a casa mia si gioca con le regole mie. Va da sé che è molto più facile farsi due risate sull’ennesima sfiga che descrivere cosa sia la vita di una persona in un rapporto complesso e delicato come quello di un matrimonio, è servito anche a me metterla giù a ridere per non dovermi disperare davanti all’ennesimo caso da Centro di Igiene Mentale che si infilava nelle mie lenzuola o nei miei sms (e poi ora il PD mi dà maggiori soddisfazioni). In cinque anni, sicuro come l’oro, sono cascata nella trappola della storia ollain e ne sono uscita ammaccatella e piena di aneddoti.
In questi cinque anni ci sono sempre state le mie amiche, quelle vecchie come MAU e AGB  e quelle nuove come AmicaUmbra e infine Mun. Le gioie e i dolori sono stati condivisi e sviscerati e festeggiati e vissuti appieno anche grazie a loro e alle loro storie sfigatissime o a lieto fine.
Proprio con AGB, quella che vive la vita in groppa a un cavallo molto simile al mio, parlavo di come sono cambiate nel giro di così poco tempo e di come quattro anni fa sembrano quattro secoli fa.

F: amica ti devo confessare una cosa….come tu sai io amo molto Primate, d’altronde…come non amarlo? davvero non mi manca nulla con lui ma ultimamente ho un po’ di nostalgia di …mmm …come spiegare… dello stare male per amore cioè lo so che è una cagata ce vole poco a di “stavo benissimo quando soffrivo” una volta che stai tranquillissima però non so, sai quella roba tipo le pene d’amore che ti senti le canzoni melense? ecco,una cosa così non mi identifico più in nessuna canzone d’amore sofferto

AGB: si anche io ci penso! secondo me a noi piace harmony, si, e poi nel tuo caso secondo me c’è anche il fattore matrimonio, insomma è mentalmente un bel cambiamento…ok a me spaventa che non tromberò mai più con nessun altro, l’ho detto, ecco

F: ah beh, sta cosa è assurda, tipo mai più primi baci, mai più appuntamenti al buio, cose così. E’veramente molto strano pensarci dopo che per anni e anni  abbiamo inseguito gente della peggior specie

AGB: però poi razionalmente mi accorgo che è una cagata, come se Goma che mi chiede di usare la nivea* sia qualcosa che può mancare. CAPISCI??? MAI PIù GOMA MAI PIù dovrebbe essere il motto della felicità!!!però ci hanno regalato delle grandi storie da raccontare, questo va detto, a volte non mi sento pronta a non avere nulla di nuovo da raccontare ecco…se poi una single mi chiede come va, mi rendo conto che mazzo, va proprio bene! cioè sono felice tutti i giorni!!! WOW

F: io lo vedo quando parlo con amiche come MAS poracce, che per loro è una chimera quello che abbiamo noi. C’è da dì che, mazzo, noi ce lo semo anche meritato dio santo (se non ci credete cliccate il tag “relazioni” e andate indietro nel tempo, n.d.a.)

AGB: si ma allo stesso tempo non gli rispondo perché sono sicura che non ci crederebbero, Frangia diciamolo, ai tempi avresti mai pensato di poter essere davvero FELICE? io no ma manco se me l’avessero giurato

F: anche io non lo dico, un po’ non voglio passare per la vecchia accasata e un po’ che mi pare brutto per loro, io ho sempre pensato che me sarei sposata con Lui accettando una quantità di compromessi inaccettabili soprattutto con me stessa, figurati. 

 AGB: e invece capita, ecco la vecchia accasata, io mi sento spesso cosi, è la definizione giusta, essere una vecchia accasata mi fa felice, ti rendi conto? però non lo voglio ammettere
F: ieri PerfettoCoglione mi chiedeva quand’è che sono passata da essere una persona in balia di qualcuno, appresso all’amore sbagliato a quella che sono ora. Ma come si risponde a una domanda così? boh, forse è stato Primate che ci ha messo un punto facendomi capire che le cose possono e DEVONO essere diverse, e che tutti quei casini erano cazzate fatte di niente, problemi grandissimi per sentimenti molto più piccoli
AGB: quello che ha cambiato tutto per me è stato capire che con Cervellovale è tutto facile: se voglio scrivergli gli scrivo e viceversa. Se vuole vedermi mi vede, e vuole vedermi sempre. Conviviamo ed è semplice. Se voglio stare con le amiche ci sto e non devo spiegarglielo. Se sono in un altro continente per lavoro lui mi aspetta a casa per sapere com’è andata e non c’è niente altro da spiegare, è bellissimo. 

L’amore è vero quando è semplice. Al cinema.
Ma la vera domanda è: può trasformarsi invece in qualcosa di complicato? cioè è semplice e bellissimo, tra 10anni? ANSIA

 E qui spataffioni su spataffioni relativi alla nostra paura di avere, tra decenni, mancanze di poesia nella nostra storia e il terrore di fare una cazzata del tipo “sai quei periodi in cui vuoi vedere la poesia anche in una merda di cane?”.
E ‘nzomma felici delle nostre massime, contente e soddisfatte della saggezza dell’età e delle nostre storie stabili e felici, del nostro armadio condiviso e del nostre dispense colme, cambiamo argomento.
Poi, all’improvviso, fulmine a ciel sereno, una gelida verità mi assale:
F: Ma mazzo AGB, ma mazzo! Anche noi…”l’amore è una cosa semplice” lo diceva anche Tiziano, ma cribbio, ma non ci siamo inventate nessuna teoria geniale mazzo! 

AGB: Avevamo la soluzione davanti e non l’abbiamo voluta sentire ,TIZIANO PERDONACI! 

Comunque io questo blog l’ho aperto il giorno dopo una sbornia colossale, per non pensarci e smettere di vomitare.
Quel vino di campagna non l’ho mai più toccato in vita mia visto che le conseguenze sono state “gente che ti cerca in un bosco mentre tu dormi e fai le bolle sotto al mucchio dei cappotti”.
Avere un blog è bellissimo, apritevene uno non per diventare un bloggherdestacippa ché tanto la Ferragni è sempre più fregna di voi, ma perché rileggendolo a distanza di anni magari vi capiterà di capire che smettere di tenere il passato nel proprio presente è uno dei modi migliori per costruirsi un futuro.
E scusate adesso ho detto una frase alla Baricco e, mi faccio un pat-pat sulla spalla e mi pulisco la mano da sola, limortaccimia. Il punto è che la verità è come i gatti: non la trovi mai quando avresti tanto bisogno di stringerla tra le braccia, tu stai lì rassegnato davanti a una tazza di latte scremato e cereali da cinque euro e arriva, ti posa una zampetta sulla gamba e pretende qualcosa da te, pretende che la guardi e reagisca.
Il blog arriva al suo primo lustro, auguri figlio mio, e io compio 20 anni.Berrò cosmopolitan, mi comprerò un bel paio di scarpe scomode, spettegolerò con le mie amiche, continuerò a pensare che chi sposa un uomo microfallico ha un qualche problema, mi godrò il mio essere fuori dal chetfaiting delle singollédis osservando così l’altra metà del cielo con più obiettività, andrò a farmi il ritocco dell’ultimo tono di biondo sperimentato in testa e che Raffaellamespicciacasa e, sì, imperterrita continuerò a fantasticare su Pistorius cercando di non pensare ai suoi ultimi trascorsi nelle pagine di cronaca.
Insomma, tutto è rimasto com’è perché tutto è cambiato.
E infatti il Gattopardo m’ha sempre fatto due palle come una casa e non smette di certo adesso.
*Goma, pescion fruit di AGB  che se ne uscì con una poesia composta all’incirca da questi versi “metto la nivea sul comodino così possiamo giocare un po’ ” e volgarità di pari rango

INCREDIBILE ROMANTICA

Due sono i grandi temi di cui penso sempre che un giorno parlerò e poi invece non lo faccio mai: la MalBal, la ex del Primate, e Feisbuc e tutta la annessa tecnologia dei tempi moderni, il mio rapporto con questi argomenti, disamina, svolgimento, somme tirate e napalm.
Oggi, fatalità, ne parlerò contemporaneamente, perché la vita ci aiuta a sognare e poi la realtà ci fa capire che siamo molto poco fantasiosi.
Per dire: io ho sognato – anni fa – che mi facevo Mattew Bellamy nel bagno di un discopub abusivo di una frazione del mio paese. Ma mica mi immaginavo a cosa sarei andata incontro ieri sera sbirciando il mio cellulare figo abbastanza nuovo di pacca e omaggio del Primate.

In pratica niente, c’ho sto telefonone su cui arrivano notifiche, email, tutticosi come succede a chiunque si sia arreso ad essere rintracciabile in tutti i luoghi e in tutti i laghi.
E questo è un fatto.
L’altro fatto è che il Primate ha una ex che non vede e non sente da anni, brutta e cattiva com’è d’uopo, che non si capisce come sia possibile, ha trovato un altro uomo che se l’è caricata. D’altra parte c’è chi è nato per essere bello e chi è nato per soffrire, Darwin non è il primo cretino che passa.
Il terzo ed ultimo fatto che va a comporre il quadro sinottico della disgrazia di ieri è la manifestazione di Gugolplas. G+ è la classica cosa che tutti hanno sentito nominare ma nessuno ha veramente capito che cosa sia o come funzioni, tutti ce l’hanno e nessuno lo usa, un po’ come Linchedin e il praimer per labbra.
Quindi, morale della favola, ieri sera tornando da una cena accendo lo schermo del telefono e vedo una mail: Il fidanzato di MalBal ti ha aggiunto alle sue cerchie di Gugolplas.
Ora, io e lei non siamo amiche (posso ride?), lui in teoria non dovrebbe sapere della mia esistenza e del mio nome, io so del suo perché sono umbra, l’Umbria chiama il tartufo, il tartufo chiama il cane da, il cane chiama il segugio, quindi io sono una stolcher.
Quindi chiamo in causa il mio comitato di consigliere sulla faccenda: Mun, ex amica della MalBal ormai convertita al lato biondo della forza, e la sempre fedelissima AmicaUmbra.
Chiedo loro come sia possibile che sto tizio arrivi a me, come possa arrivare al mio indirizzo nomecognome@ , che minchia vuole e simili.
AmicaUmbra ovviamente rimane sconvolta e mi dice cose come “…strane coincidenze…”, Mun, chiaramente fa l’espertona di social e comincia a dirmi che sono io che penso male che blablabla.
Fatto sta che le chiacchiere stanno a zero e la realtà dice che il fidanzato della ex di mio marito mi ha messo nelle sue cerchie. Ma magari mori.
Insomma io la prendo con molta filosofia, grande eleganza, savoir vivre e bon ton come sempre: amiche, che mazzo faccio? lo cancello? sì dai, lo blocco. Oddio no, dai, lo tengo così spettegoliamo!
Mun, placida: ma toglilo, io  di quei due meno so e meglio sto, sti due stronzi…anzi, me li devo anche incontrare a una festa di una carissima amica comune che palle…non c’ho manco voglia di scambiarci due parole di cortesia.
A questa frase mi scatta il colpo di genio e consiglio di sfoggiare alla festa  un autfit composto da bella maglietta con stampata su la foto del mio matrimonio.
Poi proseguo la conversazione con AmicaUmbra:
certo che è una cosa strana…
– eh, sì. Io sarò anche paranoica ma certo che…boh…
ma tu pensi che sia lei?
– ma no dai, te pare? dici che è una stolcher come me?
– ...non saprei…certo la cosa non le può essere indifferente…guarda noi…
– ho capito guarda noi, ma insomma, io c’ho pure il suo indirizzo e il suo numero di casa, pensavo di essere io quella matta…
ahahah…davvero?
– sì guarda, anzi mo la chiamo, te lo immagini?

Pronto, ciao, sono Frangia, piacere tuo…volevo dirti che il tuo ragazzo mi ha aggiunto su un social, gentilmente puoi dirgli che sono sposata? Grazie.

NESSUNO SI SALVA DA SOLO

Ho già detto che il Pd non mi piace?
Ho già detto che quelli lì non li voto?
Ho già detto che è un partito che ha più contraddizioni che princìpi?
Ecco, quasi tutti i miei amici e molte delle persone che stimo hanno votato Pd. Spinti da motivazioni che, a chiacchiere, sono pure molto valide. E io li capisco benissimo, ché la situazione è vera-veramente tragica e uno a qualche certezza, anche di merda, si deve attaccare.
I temi di queste elezioni sono stati principalmente due: onestà e svecchiamento. Il Pd ce prova e non ce prova, ce riesce e non ce riesce. Una botta al cerchio con Penati e una alla botte con Vendola, una botta al cerchio con D’Alema e la Bindi e una alla botte con Puppato e Renzi. E poi le primarie, che “è na cosa bbella” [cit.] , da cui se ne esce con un nulla di fatto: Bersani c’era e Bersani c’è. E poi tutti quelli che “…e ma se c’era Renzi” a cui mi viene da rispondere “se c’era Renzi non c’eravate voi, perché avete votato Bersani e mo ve tocca, statece”. Comunque ci provano e sono sempre meno peggio del Pdl, perdono e manco s’arrabbiano, comme d’habitude. E poi lo svecchiamento, in un’Italia vecchia e marcia, può passare per tanti canali, primo fra tutti il ringiovanimento.
In finale, per dirla alla romana, le chiacchiere stanno a zero, quello che conta sono i fatti. Poi certo, ci sono contenuti di comunicazione in appositi spazi di relazione [cit. GRGA] e io ci godo a vedere che cavolo si inventa la gente incompetente. Avendo lavorato per qualche tempo in comunicazione ed eventi penso a quanto lavoro ci sia dietro alle campagne di marchétting, quante proposte, quante idee, quanti tentativi e quante previsioni! Ma nella politica italiana i risultati sono, in ordine casuale: Berlusca e la finta lettera per la restituzione dell’Imu,  “Sconfiggeremo il cancro in tre anni” a cui si poteva rispondere solo con “se mi nonno c’ea tre rote era n carretto”, “si può fare”, “adesso!” e altri scopiazzamenti più o meno ridicoli di campagne meglio riuscite e meglio studiate negli Steitz.
Poi mi è venuto in mente che ogni volta che  vedo in giro una roba assurda con un prezzo più assurdo (tipo aifon5) e dico qualcosa, il Primate mi risponde saggio “questo è un  bene, perché bisogna separare i soldi dai cretini”.
E quindi io vi faccio vedere come si separano i due euro dai Piddini:

Gli anni passano, le bloggher imbiondano

Nzomma domani io compio 29 anni e dopodomani il mio blog ne compie 4.

Avere un blog è bellissimo, soprattutto se si ha poca memoria a lungo termine come me. Chissà quante di queste cose avrei rimosso se non le avessi vergate in bit e fail e tuttecose, soprattutto perché voi non potete saperlo ma io lo so che è tutto vero e frutto di questa realtà che supera la fantasia.
Care piattaforme che offrite uno spazio gratuito, vi ringrazio. Splinder mi manchi e sarai sempre nel mio cuore anche se non t’ho mai capito veramente.

Ed eccomi qui, dalle mesc ai colpi di sole, dai tanga al vestito da sposa, da Roma a Milano sempre e inevitabilmente con le doppie punte.

Vorrei salutare tutti quelli che mi conoscono, in particolare quelli che leggono il blog e non lo commentano.
Mi sono rimessa a guardare alcuni dei miei primi post meravigliandomi per quanto fossi figa a 25 anni.
A tale proposito vorrei ringraziare tutti gli uomini che hanno animato le mie tristi vicende personali e sentimentali, come dimenticarli? Il Vampiro, lo Smessaggiatore, lo Scrittore, il Feticista, Lamebo, Lui, GRGA, il Nano Libraio, BelloneMicroFallico, il Bancario, Manager Effe…e chissà quanti altri che ora manco mi ricordo, tanto per dire il segno che hanno lasciato. E questi sono solo i miei, se dovessi citare anche quelli delle amiche farei notte e invece devo farmi i peli delle gambe stasera.
Grazie, uominidemmerda, per aver quantomeno reso interessante il mio blog, per avermi messo alla prova per anni e anni e anni con i vostri discorsi da psicopatici, i vostri peni minuscoli, la vostra petulanza, le cene che mi avete pagato, le madonne che mi avete stimolato, le risate a posteriori con le mie amiche meravigliose che avete provocato. Certo, accoppiarsi un tantinello di più non avrebbe guastato, ma fortunatamente è arrivato il Primate a salvarmi da tutti questi drammi che affliggono il nostro domani odierno [cit].
Non l’avrei mai detto, davvero mai, che sarei stata ancora qui a scrivere. Ma non avrei manco mai detto che avrei ancora lottato contro i capelli che non crescono oltre le spalle, sti stronzi.

Grazie a Lanoisette, la mia magistrabloggorum e grazie a tutte le mie amiche che sono riuscite a trovare del buono anche nei momenti in cui non c’era veramente niente da ridere, o alle volte che mi hanno tirata su di morale con le loro storie talmente tanto sfigate che avrebbero fatto da pusciap anche al culo della Binetti.
Infine, siccome lo fanno tutti, adesso lo faccio anche io…ecco qui i post che mi sono rimasti più impressi di questi anni sulla blogosfera selezionati secondo il senso dell’olfatto [cit.].

I grandi classici: a cena con GRGA, Lode a te o Dildo 1  e 2, Scusa ma ti chiamo Frecciarossa 1  e dueUna Frangia è per sempre 1 e 2 e 3

Manuali esistenziali: amantaggio, il fattore verginello, l’appoggio

Uomini, io non vi capisco: esempio primo, esempio secondo, esempio terzo, esempio quarto

Giovani, vi serva da lezione.

QUESTO è UN MONDO SCATTANTE

Ho due o tre post in testa da scrivere prima possibile ma, il solito grande e grosso ma, non trovo il tempo.
Non capisco se in realtà non ce l’ho o semplicemente non sono capace di trovarlo, comunque questo è il momento per un post di forte denuncia sociale: le reflecs hanno rotto i coglioni.
L’avvento dei finanziamenti nei negozi di elettronica unito a questa incomprensibile moda della fotografia ha portato a due grandi drammi del nostro tempo: la scomparsa dei fotografi veri e propri e la comparsa delle foto profilo di feisbuc con gente che si autoscatta allo specchio.
Caro amico con una reflecs regalatati dalla tua ragazza con tanti sacrifici, caro amico che pretendi di fare una foto al tuo bicchiere di latte con accanto un maffin dell’autogrill e la chiami “lovin breakfast”, caro amico che ti autoscatti allo specchio, caro amico che porti le converse perché sei alternativo, caro amico che quando diventi esperto sai anche fare le foto alle gocce di pioggia sul vetro, caro amico che fotografi la tua amica di profilo mentre con la sigaretta pendula guarda il nulla come i gatti quando cagano, caro amico: non sei Elmuniuton e non lo sarai mai. Le tue foto sono uguali a altre centoventisette mila di altri mille contatti feisbuc miei. Lo so che ti sei comprato il corso di foto su gruppon, che hai anche comprato il manuale sulla reflecs, che dici che ti piacciono i siti industriali e compri i maffin solo per fotografarli perché – in verità- fanno mappazza in gola anche a te. E dimmi, fratello, ti piacciono magari gli effetti anticati anni 50 e le donne con la frangettona magari tinte di color rame?

Io ti domando e dico: ma chi te lo fa fare? Ma non lo capisci che questa tua è una moda passeggera che mette in ridicolo te e molesta visivamente me?
Ma perché? Ma che ha la tua colazione di tanto speciale da dover passare alla storia in immagini e soprattutto da essere condivisa in tutti i luoghi e in tutti i laghi?
Io non ti sopporto perché ora non esistono più i fotografi di una volta, la concorrenza nel ramo tradizionale si è pressoché azzerata e farmi le foto al matrimonio mi costa come un figlio scemo. Non ti sopporto perché sei uno, nessuno ma soprattutto centomila e mi infesti la bacheca con le tue foto originali esattamente uguali a quelle degli altri. Non ti sopporto perché quando la smetti con sta maledetta macchinetta a riflessi, attacchi col tuo aifon di merda e mi martelli con Istagram.

Dior, ti prego, se ci sei batti un colpo su tutti questi obiettivi e questi smartfon, ridammi il mio fotografo di paese, i miei rullini mai sviluppati per mesi e mesi, le mie macchinette digitali compatte per fare le foto in gita o ai compleanni. Liberaci da tutti gli specchi che riflettono una reflecs, riportaci a un mondo meno immaginifico, in cui a colazione si mangiano latte e biscotti e  in cui la sera ci si mette un buon antirughe invece di cancellarcele in foto con l’effetto anticato come se fosse dei tempi in cui io manco ero stata pensata.

BLASFEMIA PORTAMI VIA

Embè embè, signoramia, guarda che templeit che mi ritrovo.

Praticamente questo meraviglioso nuovo templeit è il frutto dell’amore cibernautico tra AmicaUmbra e Altissimo. Si esprimono così, sono timidi e nerd e per questo io sarò per sempre grata.

Nzomma, alla fine ieri ho speso 210 euro di maledetta Trenitalia. Ho anche detto una mezza bestemmia, la terza della mia vita.

La storia delle mie bestemmie, fra l’altro, è quantomeno singolare e variegata: la prima la dissi nella palestra dell’oratorio quando un tipo con le mesc mi spacco l’unghia appena riformatasi dell’alluce destro facendomene entrare i frammenti nella carne viva, copioso sangue uscì dalle mie scarpette con gli strass con cui mi allenavo a danza.

La seconda la dissi una volta che stavo magistralmente spiegando come fare il tiramisù a un tizio, proprio mentre sottolineavo l’importanza di non far cadere alcuna goccia di tuorlo nell’albume altrimenti questi non si sarebbe montato a dovere, ecco che si spaccò il tuorlo dentro la terrina degli albumi. Bella figura merdacea.

Ultima e blanda, la bestemmia di ieri sera. Più o meno la giornata si è svolta cosi: spendi 109 euri per un’andata e ritorno in Frecciammerda in giornata Capitale-Capitale della Moda. Vai a fare un colloquio mentre sul sedile accanto cambiano il pannolino a una bella bambina con gli occhi blu che non espelle comunque violette. Parla con la gentile ragazza del colloquio, preparati per tornartene dal Primate che ti attende capitolino, scopri che devi andare a fare un altro colloquio dall’altra parte della Lombardia. Perdi il treno, fatti venire a prendere dal suocero e vai a fare il secondo colloquio. Fai un test di logica incomprensibile, fai un test di autovalutazione della tua personalità, parla per un’ora con sto squalo bionda caschettata secca come la pelle di Carlo Conti. Rispondi quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti, dì i nomi dei tuoi capi, dì che cosa ti piace del tuo lavoro, dì quanto prendi di stipendio, volevo anche dire 33 ma non me l’hanno chiesto. Rimettiti in macchina col suocero, fai conversazione di cortesia, torna alla Madunina, paga altri 91 euri di treno ché il biglietto prima non è variabile né rimborsabile. Vomita due volte in treno con dei sudamericani che berciano. Dormi, leggi, arriva a Termini, non baciare il tuo fidanzato che hai l’alito di vomito, rientra in casa che sono le 11 piem. Poi dici una non è blasfema.

Tutto questo per postare una canzone bellissima che mi ha fatto conoscere il Primate Abbigliato:

CHI NON LAVOLA NON FA L’ AMOLE

Dunque, lo so che è un sacco che non scrivo ma nella mia vita non succede niente di interessante. O meglio, lavoro come una cinese in cambio di un salario cinese e, nel tempo libero, ho la febbre a trentanove. A Giugno. Per questo motivo annullo i miei appuntamenti con Grga per i quali avevo previsto un tubino blu che non perdona, costringo Bancario a farmi da mamma e guardo Rai1. Insomma: la situazione è veramente drammatica.
A tutto ciò si aggiunge che mi hanno tolto dall’ufficio la grande fonte di ispirazione, la Figlia di Mazzinga. No, non l’hanno licenziata – e quando mai? – anzi. L’hanno spostata in ufficio con La Sirenotta.
 Pe falla corta e pe falla breve, in questa valle di lacrime e muco, pochi eventi assurgono alla loro funzione di spinta motivazionale al non suicidio.
Il primo, ad esempio, è l’azione recente di quell’ominide numerico che è il Bancario. E’ arrivato venerdì sera a casa mia visto che sabato lavoravo (nella Repubblica Cinese di Testaccio, si riposa solo la domenica e solo se si è allettati e deliranti) e mi ha porto, con la sua solita faccia da bambino contento, un pacchettino. Rosso. Marchiato Feltrinelli. Ecchelera? Il libro di Spinoza.it. Inutile dire che il Bancario ha intercettato quel leggero senso di frustrazione che ha provocato in me la mancata partecipazione alla presentazione del libro a Roma a soli 800 metri da casa mia. Perché non ci sono andata? Ndovinate. Apro, c’è la dedica “in questo momento hai bisogno di ridere e di qualcosa che ti ricordi me, guarda in fondo al pacchetto”, nzomma così pare una cosa smielatina gné gné gné. Invece no, in fondo alla bustina c’è un piccolo parallelepipedo lungo e stretto e col fiocco. Questo:

 

diorshow

 

Mi state invidiando, vi capisco.
Ma l’altro grande avvenimento che ha movimentato il mio percorso sul pianeta terra è stata una scoperta di questa mattina. Vagavo per il sito di PortaPortese alla ricerca di una casa da affittare (prima o poi racconterò l’epopea di LaFrangia e Marchigiana VS LaVecchia) a Roma. Tanto che ci sto giretto anche un po’ nella sezione mobilia perché la dovrò anche arredare con tre lire sta futura casa in affitto. Guardo in alto e vedo anche la sezione “Messaggi”. Chissà cos’è. Clicco. Ah ah. Annunci zozzetti per signori e signorine.
Mi soffermo un attimo sulle tipologie:
C’è il normoannuncio seguito da una casella imeil quantomeno discutibile:
A DONNA intelligenteserena che come me cerca buona e riservata amicizia. Ti immagino 45enne magra elegante femminile semplice e leale. Scrivimi 1 email sono un 50enne sentimentale colto educato che ancora si emoziona! cucciolo49m@******.it 
C’è l’annuncio con offerta:
AGOSTO vacanza al mareoffro a max 35enne carina spigliata femminile libera di muoversi.sono 47enne interessante.necessaria conoscenza preventiva
Ripenso un attimo a quando facevo l’accompagnatrice turistica. E a quanti modi ci sono di vivere questa professione.
Quelli belli trasgressivi:
COPPIETTA 32enne vorrebbeconoscere altre coppie pari requisiti anagrafici…no sms no anonimi
Dulcis in fundo:
31ENNE proveniente da comunita'psichiatrica con auto e lavoro propri cerca donna comprensiva e dolce per amicizia e altro
Adesso, fermiamoci un attimo a riflettere. Quando si deve conquistare qualcuno, a maggior ragione con tre righe, qual è la prima cosa che viene in mente? Ovvio: stavo in una comunità psichiatrica. E per ricominciare una vita normale metto un annuncio su PortaPortese. A quanto pare la comunità psichiatrica di cui sopra ha chiuso per fallimento.
Poi però io sono una donna, mi soffermo sui particolari, do attenzione a cose che, agli occhi degli altri, sembrano insignificanti. Un annuncino che, di primo acchitto non ha niente di speciale ma che, a un’attenta analisi, rivelerà meraviglie:
Copincollo dal sito:
STUPENDO ragazzo 41 enne cerca bella ragazza da qualsiasi parte del mondo con fisico attraente. per amicizia e piu. e-mail: *****@****.**
Nota bene l’aggettivo iniziale: stu-pen-do.
E adesso guardate la foto abbinata.

stupendo

Roba che ti viene voglia di buttarti dalla rupe lì dietro.