Immagino sia una cosa molto comune, l’avere argomenti a cui si è molto sensibili.
Alcuni sono uguali per tutti, altri soggetti alle proprie convinzioni politiche, etiche, morali.
Per quel che mi riguarda, la mia sensibilità gravita intorno a cinque o sei poli fissi: detesto qualunque opinione che puzzi anche solo vagamente di misoginia, omofobia, abuso di potere, razzismo, malsopportazione degli anziani, discriminazione dei portatori di handicap e classismo. L’antivaccinismo (rendiamoci conto di che lemma siamo stati costretti a inventarci) si sta prepotentemente facendo avanti.
Sto divagando, l’argomento che ho in testa mi fa innervosire e comparire in volto un sorriso beffardo allo stesso tempo.
Tornando al classismo, o allo snobismo, e applicandolo al mio posto di lavoro – lo Zoo del Digital – beh, posso affermare senza paura che da quando Teddi è andato via qui la scala dei valori è cambiata.
Perché un conto è appiccicare al muro un cartellone che recita “noi siamo coraggiosi, siamo uguali e diversi, la diversità è un valore, siamo creativi” e via andando, un conto è trasformare ste quattro americanate in un comportamento fortemente inclusivo e rispettoso in Italia, un posto in cui già non prendersi una pacca sul culo ogni mattina è un risultato apprezzabile.
Morale della favola: Teddi va, Speedy Gonzales arriva e, presa com’è dalla sua agenda folle, ci fa da revisore dei conti senza manco guardarci in faccia.
Ed è in ambienti così, quelli in cui si guardano solo gli schermi e mai le facce, che le ingiustizie trovano spazio, nei posti in cui non si parla si ascoltano spesso le frasi più sbagliate. In queste situazioni si scopre quanto potere e rispetto siano in relazione tra di loro, il primo temuto e agognato e il secondo ignorato.
Nfatti arriva lui, il VermeDagliOcchidiGhiaccio, giovane bello e rampante, le migliori università, i migliori viaggi, i migliori lavori fin da giovane, la miglior famiglia, le migliori case nelle migliori zone della città.
Viene da un’azienda concorrente e ha lavorato molto all’estero, siamo tutti curiosi di conoscerlo e di farci dare informazioni sull’altra metà del cielo digitale. Da subito mi sembra un ragazzino un po’ strafottente, ma ingenuamente ho scambiato questo atteggiamento per scanzonato decisionismo. E invece no.
Il mio ruolo ibrido in ufficio (faccio tutto e non faccio una mazza, non è una cosa semplice da descrivere) è stato immediatamente etichettato da lui come “quella che sa dove sta la cancelleria e prenota le sale riunioni”, io ho iniziato a sorridere sotto i baffetti.
Poi mi si è ritrovato davanti nelle riunioni dei capireparto, seppur io non abbia sotto un reparto, ma non si è fermato manco un secondo a domandarsi perché.
Parla di figa, di calcio, di Gazzetta, di birra. Continuo a dargli una scianz e a ripetermi che lo fa per integrarsi coi maschietti (tutti over 30, n.d.a.) e per parlare di argomenti banali e comuni.
Poi Sorrisona, che lavora con lui, comincia ad essere triste. EnergiaPura, che lavora con lui, comincia ad avere le occhiaie e a litigare con la tipa perché torna troppo tardi la sera. Tunnel sta lì, incosciente ma con percezioni negative. RicciaDriven, con la moderazione che la contraddistingue, lo bolla come “una testa di cazzo”. E ‘nfatti.
Nel brusio generale sento stagliarsi frasi come “non dobbiamo mica andare due a due come i finocchi”, “questo fail lo fa anche un bambino handicappato” e via andare.
Quando poi VermeDagliOcchidiGhiaccio ha concluso una riunione dicendo che ci serve gente con lauree di più alto livello ho capito che Teddi aveva ragione a dirmi che dovevo lavorare sulle mie abilità politiche.
E quindi ho sentito crescere dentro di me Doug Stamper , ho capito che era ora di sfruttare quell’innato senso di confidenza che riesco a costruire con un sacco di persone sul lavoro.
Non sono brava in ecsel, non sono un drago nei calcoli e mi annoiano le procedure tecniche, mi stufo presto di un sacco di cose tranne di una: le persone. Mi piacciono i dettagli e mi piace metterli insieme, è questo che porta gli altri ad aprirsi con me: mi ricordo i nomi dei loro figli e il regalo che pensavano di prendere alla loro zia per un compleanno, ricordo quanto zucchero mettono nel caffè e che il tonno nei tramezzini una volta gli ha fatto acidità e quindi non lo mangiano. Ricordo se fanno crossfit o attack, ricordo che hanno un scadenza domani. Ed è per questo che molti si sentono compresi o benvoluti e mi affidano i loro pensieri, le loro idee, le sensazioni…i loro dati.
A me fa piacere, talvolta mi annoia, in generale amo essere apprezzata e amo essere loro amica ma, più o meno involontariamente, ho raccolto un archivio di pensieri e dinamiche che non è difficile incrociare. Come in una ricostruzione da effetti speciali di CSI ho ricostuito una rete luminosa di contatti e pareri, di inclinazioni e opinioni.
E’ così che Gugol ha fatto i triliardi, no? con le informazioni. E col suo potere di canalizzarle. Così io, novella influenzer della vita reale, ho iniziato a farmi scivolare tra le labbra frasi e mugugni con Speedy Gonzales, tentando invano di non sembrare mafiosa, ho instillato il dubbio, messo la pulce all’orecchio, mi sono mantenuta super partes pendendo chiaramente da una parte: la parte del boia che vuole tagliare la testa di VermedagliOcchidiGhiaccio.
Vedi Verme, io non ce l’ho con te nello specifico, io ce l’ho con tutti quelli come te, i tronfi tromboni convinti che tutto il resto del mondo vorrebbe essere come loro, quelli che non si pongono mezza domanda prima di essere irrispettosi. Quelli che pensano che “se uno è povero è perché non è abbastanza bravo per non esserlo”. Non mi piaci e probabilmente io non piaccio a te, anche se effettivamente io so dove sta la cancelleria e te lo posso ripetere mille volte, visto che per te è un’informazione che non conta niente, ma il problema non è che non sai dove trovare un quaderno, il punto è che tu non capisci dove sono le leve per sopravvivere qui dentro.
Però Verme, sai, ti devo pure ringraziare, perché quello che Teddi mi diceva amorevolmente, io l’ho appreso meglio da te, mi hai fatto capire che la politica la imparo meglio con le cattive.
I migliori esami li ho passati sotto pressione, adesso vediamo quanto tempo serve prima che le risorse disumane mi mandino una mail con oggetto “confidenscial” e in allegato il tuo licenziamento.
Come dicono a Parigi “apprecchia il culo che arriva la ciccia” baby!
Quanno ce vo, ce vo! Tanto soggetti simili capiscono solo (forse, non è detto) quando prendono una bella catramina sulle gengive!
Non credo che Verme capirà ma quantomeno non lo avrò più in mezzo alle doppiepunte.
Scary!
Welcome to Game of Stronz: we have coltelli but we also have free cookies!
92 minuti di applausi.
Merzìbocù! Poi nel caso brindiamo…
Apparecchia il culo che arriva la ciccia, me lo posso rivendere?
e per il resto… che te lo dico a fa? avanti sempre.
Sarei onorata se te la rivendessi, diffondi il verbo umbro sorella!
Per il resto, se so rose fioriranno e se so vermi periranno.
prima di tornare qui, ho letto quanto hai scritto da me. e ti ho risposto “amen sorella”. anvedi quando le frequenze arrivano forte e chiare!
a quando sto bicchiere de vino bianco fruttato ghiacciato?
Non hai che da dirlo! questo mese ho problemi di pecunia, ma se ci organizziamo per tempo direi che da metà ottobre in poi potrei tranquillamente prenotare un treno, fammi sapere quando sei libera.
io ero convinta che fossi a Milano, non so perché.
Ma da metà ottobre ci sono pure io! evviva!