Cose che non dici
Quelle che la notte
Un po’ te ne vergogni
Nascoste ma le fai
E ne parli con gli amici (ma, ma)
Rimangi tutto a volte
Porti le cicatrici
Ma nessuno le vedrà
(Le cose che non dici – TZN)
Più di qualche volta mi è stato chiesto se quello che scrivo è fantasia, invenzione oppure realtà. La risposta è che davvero mi piacerebbe essere così tanto creativa ma il contingente, anche quando credo di aver pensato a una genialata, mi dà tre giri e mi stupisce.
Ed è per questo che oggi mi ritrovo a camminare come il figlio legittimo dell’Uomo di latta incrociato con un T-Rex.
Ho necessità di perdere un po’ di peso, qualcosa come 4 o 5 chili per questioni mediche e quindi mi sono messa a dieta, superati i 30 – ahimé – i tessuti cedono e se non ci si mette un minimo di esercizio qui viene giù tutto. Purtroppo a me lo sport fa schifo, sinceramente non capisco come si possa preferire sfibrarsi i capelli in piscina a stare sul divano a bere vino e leggere o guardare trashate, o come si possa prediligere sbudellarsi di cross-qualcosa all’andare agli aperitivi. Ma di necessità si deve fare virtù e così, con le mie chiappe mosce ho iniziato a frequentare una palestra dell’hinterland che offre programmi ricreativi a colpi di jumper e zumba (sì, lo so, jumper è questo) .
Il jumper è un po’ più di nicchia, infatti è con la zumba che mi si è aperto lo stargate verso il mondo degli zarri [cit.]. Pur essendo una disciplina ormai nota ai più, si tratta della vecchia aerobica di Jane Fonda e Olivia Newton Jhon passata in un frullatore con tanta licra, tanti colori fluo e soprattutto una dose extra di musica latinoamericana. Un mix che non esiterei a definire letale.
Frequento questo corso settimanale in cui una ragazza -che ho scoperto essere una segretaria invasata per i ritmi latini- ci fa sudare come bestie urlando, tra un pasito e l’otro, SORRIDIIIIII, SEI FELICEEEEE. A tratti è divertente, a tratti è inquietante.
Il mio corso è seguito principalmente da neomamme che sperano di buttare giù la panza passando 50 minuti di libertà dai pargoli a cantare le canzoni di Enrique Iglesias, neovedove che rintracciano nelle chitarrine mariachi una versione 2.0 della balera, anoressiche che in palestra farebbero pure le pulizie pur di smaltire mezzo grammo, sudamericane che sanno tutti i testi e cantano allo specchio come delle novelle Shakire e me.
A questa situazione già di sé sconfortante, si aggiunge la velleità dei proprietari della palestra di organizzare eventi. Hanno questa fissa da pierre e se ne inventano ogni settimana una: l’aperitivo della palestra, l’evento di ballo della palestra, la pizzata della palestra e, soprattutto, quello che è diventato l’evento più grezzo a cui abbia mai partecipato in vita mia: la masterclass domenicale di zumba.
Cosa mi sia passato per il cervello quando mi sono iscritta proprio non lo so, anzi, bugia, lo so eccome: volevo dimagrire a qualunque costo. Poi ho capito che questo costo era davvero troppo elevato, nonostante la mia disposizione d’animo completamente aperta verso l’eliminazione delle tossine e l’incendio delle calorie.
Quindi sono finita ieri, domenica pomeriggio, a Cinisello Balsamo. In un posto che si chiama qualcosa come Animali Latini, un capannone di cemento (+sabbia+amianto) in una zona industriale anni Ottanta della Lombardia da magna&bevi. Entro e mi consegnano una bottiglia d’acqua e un mazzetto di mimose chiuse con la stagnola. Io indosso i miei pantaloni del Decathlon, i miei due reggiseni contenitivi, la canotta sintetica e la maglietta tecnica: tutto nero, unico tocco di colore le Nike celeste fluo.
Mi si para davanti uno spettacolo che difficilmente dimenticherò: un incrocio tra la disco pomeridiana dell’adolescenza in provincia, una convention di fitness e un centro ricreativo per anziani. Palloncini gialli, un palco con una grossa Z di Zumba sullo sfondo, musica a palla, gente vestita fluo.
Siamo in tante, almeno 80 persone che mimano pasitos p’adelante e pa’ tras.
La popolazione anche qui si compone di una serie di tribù ben distinte: le Quinz latinas, sanno le canzoni e ti guardano con occhio di sfida come a dire “abbella, questa è roba mia, cultura mia, musica mia”, le Obese – Un anno per rinascere alle quali va tutta la mia stima per il coraggio di mettersi in canotta insieme alle istruttrici che sono mediamente delle pheeghe mortali, le Sciure che hanno quasi tutte una canotta con scritto “Red Passion” (e penso che per “Red” intendano “giovani cubani”), Las Invasatas ovvero quelle che conoscono tutte le canzoni e tutti gli istruttori e si sparano le foto con tutti e poi me. Io sono lì sola e ho anche il cellulare scarico.
Il bacino d’utenza è comunque a prevalenza sureña, siamo a Cinisello e qui o sei calabrese o sei un membro di una gang.
La musica è brutta forte ma la cassa è potente quindi in qualche modo mi trascina.
Scendo in pista e assisto a una serie di scene una dopo l’altra di cui è davvero impossibile fare una descrizione dettagliata, riassumerò tutto in alcuni punti salienti:
– la bionda ossigenata piastrata coi capelli liscissimi, truccatissima, pantaloni fluo, reggiseno sportivo minimo e null’altro addosso se non delle scarpe con la zeppa col tacco. Tacchi per fare 3 ore di fitness aerobico.
– le urla a squarciagola all’ingresso della crew di ragazzoni nerboruti e mulatti che sculettano sulle note di Deorro con le Sciure che intonano a piena voce DESPASIIIIITOOOOO. Body is your temple and Luis Fonsi is your god.
– una coreografia a tema Far West, una coreografia a tema danza del ventre, una coreografia a tema Bollywood, tutte rigorosamente con movenze salsere.
– una folla scatenata che balla con sculettamenti latini anche Occidentali’s Karma. L’evoluzione inciampa (e cade di faccia).
– la tipa con la maglietta “Zarra Inside”. Come se qualcuno avesse dei dubbi dall’outside.
– un paio di coreografie guidate da quello che, ancora adesso, non ho capito se fosse un bambino o un nano. E non so quale delle due cose mi lascia più interdetta. No, davvero, una roba brutta ma brutta.
– la scena in cui arriva sul palco una che continua a sembrarmi senza le mani. Io sono davvero per l’inclusione e quindi la cosa mi lascia piacevolmente stupita. Includere una diversamente abile in un evento di fitness: che bella iniziativa! Poi mi sono accorta che aveva dei guantini neri di pelle che si confondevano con la scenografia.
– gli spari. Gli spari, mazzo. Cioè, siamo ad un raduno di latinoamericani in una zonaccia di periferia e il dj ha questa brillante idea, capito? Che fa sto genio ribelle? Mette il suono degli spari a ritmo di musica. Io sono quasi morta di paura per le prime tre volte. Poi l’ho mandato a stendere tra un to the left e un to the right. Mortacci sua e de Ricky Martin.
Insomma, alla fine il mio orologino controllavita ha detto che ho bruciato circa 800 calorie, senza contare le 3 ore di vita che potevo spendere in attività edificanti e invece ero lì. Ho ascoltato musica orribile, esercitato lo spagnolo, visto che ci sono ragazze più grasse di me che si fanno meno problemi, ragazze più magre di me che si mettono pantaloni fluo vanificando quel bendidio di chiappe che si ritrovano, ballato le coreografie che conoscevo, mi sono sparata cinque o sei selfi ma soprattutto ho scattato la foto che da sola è valsa il prezzo del biglietto:
Un uomo indossa una tutina giallo fluo con maniche a rete, il volto è quello dell’addetto mutui delle poste e porta pure gli occhialini in titanio alla Paolo Bonolis. E’ il mio idolo.
Hai coraggio da vendere! Il cielo non voglia che un giorno anche io debba dover dimagrire!
Ma ti rendi conto che c’è gente giammagra che si sottopone volontariamente a questa roba?
La scimmia in lycra balla!
Ma una bella corsetta al parco no? (comunque sappi che ti stimo nel profondo e soprattutto non vedo l’ora che racconti qualche altra disavventura metropolitana!)
Correre mi annoia un sacco e non mi dà nessun materiale per il blog 🙂
Corro a fare un upgrade dell’abbonamento a Netflix.
Come biasimarti!
Comunque dai tempo a Netflix e, se non ci hanno già pensato, metteranno anche la sezione GYMFIT coi video di fitness…in America vanno alla grande, vuoi che non ce li propinino?