E’ un libro di Alessandro Piperno che mi è stato consigliato da GRGA. (Sì, anche io ho riso pensando a chi me l’ha consigliato e al titolo).
Innanzitutto va detto che il tomo è stroncato dalla copertina: scura, tetra e assolutamente non adatta al fine per cui era stata concepita.Mi spiego meglio. Il libro è in prima persona, narratore è il protagonista (Daniel Sonnino) figlio fallito di una ricca borghesia ebrea romana anni Ottanta. Il tizio ci racconta, con tono (sin troppo) disincantato e critico cosa si celasse sotto la patina dello splendore della vita a cento all’ora di quell’epoca. Parla del nonno Bepy (che mi ha tanto ricordato il Conte Mascetti di Amici Miei): pelle perennemente abbronzata, completi di lino chiaro e occhi cerulei. Della madre: di famiglia cattolica, pratica, decisa, fedele-sempre a quell’albino borioso ma lavoratore del marito. Delle famiglie dei suoi compagni di classe: dai parvenu troppo lampadati ai bellissimi da copertina, dalle feste con cinquecento invitati e cascate di champagne alle motociclette lucidissime in piazzetta, passando per vacanze a Positano, statue, suicidi, cadute finanziarie e scoregge in piscina.
Insomma, dicevo, la copertina avrebbe dovuto essere più scintillante, invece sembra impolverata. Non so se sia voluto, in qualunque caso a me non piace.
GRGA mi disse a proposito dell’opera in questione "è una bella descrizione della Roma borghese". Nulla da eccepire.
Il problema, però, è che è solo una bella descrizione. La storia non sussite, non c’è. Ci sono episodi, anche lunghi, ben narrati, ma non c’è trama. La psicologia dei personaggi non è approfondita, se ne svelano le pochezze, le debolezze, le motivazioni futili alla base delle apparenze splendenti…ma niente di più.
La lingua è ricchissima, ho scoperto un sacco di parole nuove e di certo non si può dire che Piperno non sappia scrivere. "E’ un signore che sa scrivere" [cit.]
Insomma, certamente da leggere, ma più a fine istruttivo che costruttivo.
lo lessi qualche anno fa. Non mi esalto’. Anche perche’ trovai la passione del protagonista sfigato abbastanza rivoltante (sono un maniaco della pulizia, io).
Detto questo, la copertina credo che volesse proprio trasmettere l’immagine di una ricchezza passata e spensierata.
Comunque alcuni dialoghi me li ricordo come tremendi in senso positivo: tipo quando il fallito e’ a new york e incontra l’amico figo…che tristezza.
demonio pellegrino
non l’ho letto e ti dirò, non ne ho nemmeno voglia.
Sono piuttosto difficile a libri e quelli un po’ del passato non mi viene voglia di prenderli nemmeno in mano.
Sono capricciosa anche in questo, che ci vuoi fare.
@demonio: ma guarda, non ha esaltato nemmeno me, però non lo disdegno.
Alcuni spunti sono proprio ganzi, tipo la tizia che si inventa gli avi perchè i suoi sono stati sterminati in un campo di concentramento. Oppure la scena spintissima della quindicenne con due “amichetti”.
La fine, però, con sta sferzata sul protagonista segaiolo mi pare un po’ banale e buttata lì in caciara.
@makeup: tra un po’ recempsirò qualcosa di più avvincente, tranquilla.
Beh, se è ambientato negli anni ’80 forse una letta la merita.
E comunque Frangia urge un prontuario sui tuoi acronimi. Io tra MAS, GRGA, GFDP, EQKKE, QWERTY etc non mi ci raccapezzo màs.
se vuoi davvero immergerti negli anni ’80 consiglio Rimini di PierVittorio Tondelli
non è che tu faccia venire ‘sta gran voglia di comprarlo, eh?!
rimini l’ho letto. ben scritto e godibile.
@tomada: sì, una letta la merita.
(per il prontuario, provvederò a breve)
@lanoise: nescio
@lerinni: ma nfatti, magari leggilo in estate quando sei più libera…e poi le mie recempsioni mica sono spazi pubblicitari, sono solo impressioni.
In effetti la copertina è una cacata. Dovrebbero licenziare quello che l’ha scelta. Non comprerò mai un libro con una copertina del genere.
io appoggio la richiesta di un prontuario degli acronimi….
nonostante segua appassionatamente le vicende del blog inizia a diventare proibitivo distinguere GRGA da MAS etc…. 😀
giuseppe
Mi accodo a 26-3 e sconfesso la copertina.
E’ anche vero che un libro non si giudica dalla copertina, come un frate non si giudica dal saio e un punk dalla quantità di strappi che ha sul pantalone…
Ma rimane comunque una brutta copertina.
Il contenuto dici che è da leggere? Uhm.. vedremo. Non do mai ascolto ai consigli (motivo per il quale non mi sogno neanche lontanamente di darne); soprattutto se sembrano sensati come il tuo.
@consorte: ti ordino di strappare tutte le copertine di ogni singola copia di questo libro.
@giuseppe: provvederò a breve.
@laDurli: vivrai benissimo anche senza leggerlo, ma non è malaccio.
Comunque ti avverto che se dai un’altra volta del “sensato” a un mio parere, mia cara, litighiamo.