2 RECEMPSIONI: COME DIVENTARE BUONI & TRE CAVALLI

Ultimamente la mia esistenza è davvero no-blonde. Mi alzo prestissimo a orari inumani (leggi le 5 e mezza) e torno la sera ad un’ora in cui, normalmente, una bionda sta al terzo prosecco. Io sto a carte 48. Quindi mi alzo, mi stucco le samsonait che mi sono cresciute sotto gli occhi, bevo la prima caffettiera di caffè, mi preparo il pranzo, mi carico di appunti come un mulo e mi sparo di seguito: dieci minuti a piedi, mezz’ora di bus, un’oretta di treno e altri 20 minuti di bus. Poi vado a fare onore a Torquemada al Master. Questo mi offre un sacco di tempo per scrutare i passanti, osservare i pedolari, specchiarmi ripetutamente nei vetri dei mezzi e negli occhiali degli altri pendolari, smessaggiare, sbadigliare e leggere. Dunque mi sono sparata due libri in una settimana e sempre in orari assurdi. Eccone le recempsioni:

COME DIVENTARE BUONI – Nick Hornby

Mi era stato consigliato qui sul blog. Apprezzo sempre molto quando un uomo scrive immedesimandosi in una donna, così osservo se qualche maschio un po’ ci capisce. Nel caso di Hornby direi "più o meno". Credo che se avessi letto questo libro prima di Alta Fedeltà sarebbe diventato di diritto il mio preferito di Hornby (in una classifica composta da ben due elementi), invece mi pare di essere stata stregata di più dal primo. Il bello di questi libri è che si leggono semplicemente ma non sono banali. Appartengono ad un filone, ne seguono le regole, so che genere di storie mi aspettano dietro alla prossima pagina, ma non mi annoio. Le impressioni che ho avuto sono state molto simili al libro precedente ma non per questo ne sono delusa, anzi. Il mio personaggio preferito (e il meno realistico) dell’intreccio, è il figlioletto Tom, cinico e sarcastico di fronte a una madre confusa, un padre che si è bevuto il cervello in un sorso solo, una sorella ovvia, piccola e scema e il santone che suo padre ha deciso di seguire e che si è stabilito in casa sua. Tom sta lì, nulla può e nulla prova a fare, ma osserva, registra e capisce tutto. Sarà che è in sintonia con la madre, si vede che ha qualcosa di femminile. Adesso ho comprato anche Un ragazzo, finisco il mio secondo Ammaniti e poi lo inizio. Vediamo se mi stufo o mi prende.

TRE CAVALLI – Erri de Luca

Di Erri de Luca lessi le prime volte su VanitiFer. Poi lo vidi dalla Bignardi. E’ un ometto anziano, un contadino che conosce l’aramaico come io conosco il catalogo della Kerastase: da dio. E’ uno che vince un sacco di premi a cui non si candida e che non ritira, non per esercizio di spocchia, anzi, si vede proprio che i riconoscimenti non lo gratificano – né lo sfiorano – minimamente. Sotto tesi lessi In nome della Madre (il racconto dell’immacolata concezione) ma non mi soffermai minimamente né sulle parole, né sui contenuti, lo lessi per passare il tempo lontana dai dizionari. Ora ne sono pentita. Tre cavalli  narra la storia di un contadino che incontra una donna più giovane – Laila – e ha una relazione con lei. O almeno così sembra, perchè questo incontro non è altro che lo spunto per far emergere ricordi del suo passato in Argentina, la restistenza, il primo amore, i viaggi per mare, l’amore per la lettura,  il carcere, la fuga e -soprattutto- la solitudine. Questa viene narrata velatamente attraverso la citazione dei mille abbandoni che il protagonista senza nome ha inflitto a donne e amici nel corso dell’esistenza. Due cose mi hanno colpita di questa lettura. La prima, senza dubbio, è la lingua di de Luca: ci vogliono almeno venti pagine per abituarsi al suo lessico, alla sua sintassi e al suo stile (articoli mancanti, metonimie dure al primo impatto) ma poi si capisce che è forse l’espressione più pura del carattere del personaggio: ruvido e di sostanza. La seconda, invece, è una frase pensata mentre lui e Laila sono a letto "Laila mi ascolta e sta così vicina al mio orecchio da soffiarci dentro le isole. Solo non dico che è un posto per il dopo di lei. Si va all’amore senza ritorno e dopo non ci si rinfodera nella stanza di prima." Ecco, questa qui secondo me è espressione della verità dell’amore. E sebbene io non sia una sentimentalona, tantomeno sul blog, quando ho letto questa fila di parole ero in treno, in una pessima carrozza di seconda classe di un treno regionale, e mi sono fermata a fissare il finestrino, come in una scena di Enrico Brizzi. Ho riflettutto e ho notato che mai più sono tornata la stessa dopo un amore, che tutte le volte che ho provato a tornare nella stanza di prima non sono mai stata veramente felice e che le persone che ci attraversano l’esistenza ne cambiano il corso per sempre. Tutte cose che dette come le ho dette io sono luoghi comuni ma come le ha riassunte Erri de Luca sono un caposaldo esistenziale. E un po’ ho provato pena per gli amori finiti e un po’ di più per chi invece si è rinfoderato nelle stanze di prima.

11 pensieri riguardo “2 RECEMPSIONI: COME DIVENTARE BUONI & TRE CAVALLI

  1. Vero! Anke io devo studiare e non apro altri libri. Nemmeno quelli obbligatori, se è per questo…

    Ad ogni modo, sono recensioni che invogliano alla lettura.
    Brava!
    Il secondo, soprattutto, per la frase che hai riportato.
    Stupenda.

    Vincenzo
    PS: I pendolari sono tristi…

  2. @ventiseitre: segnati i titoli per l’anno sabbatico post laurea, no? Immagino che tutti capiranno 12 mesi di panciolle dopo queste immani fatiche attuali.
    @ochetta: quanto sei ochette
    @Vincenzo: grazie,effettivamente Come essere Buoni ne esce un po’ in ombra…in realtà è un libro molto carino. In qualunque caso i pendolari sono ancor più tristi di quanto si possa immaginare: dormono sbavando.

  3. Benvenuta nel Nick Hornby Italian Fan Club! (che non esiste, peraltro. Almeno che io sappia).

    Hai già visto il film di “Un ragazzo”? Se sì è un peccato, perché è molto fedele al libro. Anche se il finale non c’entra nulla.

  4. @tomada: certo che ho visto il film. Nonostante le recempsioni, non ci scordiamo che io sono Bionda e che dunque tutto quello che riguarda Iuggrent è il mio pane quotidiano. Menomale che il finale è diverso (a meno che tu non sia stato così gentile da fingere che fosse diverso solo per darmi uno stimolo a finire il libro).

  5. sei la prova vivente che anche le leggi della fisica sono relative e non assolute (traduzione: nel tuo caso il contenuto supera di gran lunga il volume massimo del contenente, senza per questo traboccare e gocciolare per terra)

    anonimo DOCG

  6. @venti: cominciavamo a sospettarlo…
    @lanoisette: sai quanto ti ho pensata?
    @anonimoDOCG: lusingatissima ti faccio notare che il contenente pare adattarsi al contenuto ultimamente, soprattutto in zona panzing.

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